tag:blogger.com,1999:blog-46669929358280284582024-02-07T06:32:05.913+01:00OneironautilusArthur Rêvehttp://www.blogger.com/profile/04337813796191408368noreply@blogger.comBlogger108125tag:blogger.com,1999:blog-4666992935828028458.post-34512015933138018432016-07-19T13:07:00.003+02:002016-07-19T13:08:14.633+02:00Aforismi e pensieri inceneriti CVII<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLg_XZb85H_QS5MFWvTpt7lgpBo8f0zRr9USJ3NBmguV_Y4DsGk0rehHDzYLQsvXnK_NvFTcvxmpFU-X99TM7Ua19qSiwmFeI3GHsG66-tX7D1pjauyxt0s7_MFTUJned6LM9HjzSlMwT2/s1600/b0cf1c677a9492166641b6ce63debcd7.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLg_XZb85H_QS5MFWvTpt7lgpBo8f0zRr9USJ3NBmguV_Y4DsGk0rehHDzYLQsvXnK_NvFTcvxmpFU-X99TM7Ua19qSiwmFeI3GHsG66-tX7D1pjauyxt0s7_MFTUJned6LM9HjzSlMwT2/s400/b0cf1c677a9492166641b6ce63debcd7.jpg" width="260" /></a></div>
<br />
<br />
Quando le sue poesie apparvero, il metro, la brevità, certe interpunzioni, dovettero risultare eversive, in ciò che attiene alla forma. Eppure erano e sono sostenute da un nitore geometrico abbacinante. Niente di più sovversivo dell'armonia ri-conquistata, della stabilità deputata a conservare ogni perturbazione, anche lessicale, tra le colonne della proporzione. Le parole della Dickinson provengono <i>già </i>dal regno dei morti, ed è questo, forse, in profondità, il germoglio indistruttibile su cui è fondato questo supremo equilibrio, riflesso di una dimensione ultraterrena che allude al reintegrarsi di ogni forma nel medesimo, illimitato prototipo. Ronza l'anima, come l'ape
su un ghiacciaio, e ci bisbiglia da uno spazio che sentiamo nostro, d'un presente irriducibile, che attende ogni essere e cosa dall'eternità del giorno.<br />
<br />
<span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , "trebuchet" , "verdana" , sans-serif; font-size: 13.2px; line-height: 18.48px;"> </span><span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , "trebuchet" , "verdana" , sans-serif; font-size: 13.2px; line-height: 18.48px;">***</span><br />
<br />
C'è un quadro di Hans Holbein il cui magnetismo di jesus patibilis esercitò una forte attrazione su Dostoevskij. Egli fece proferire al principe Myskin, ne L'Idiota, le seguenti parole: " Quel quadro potrebbe anche far perdere la fede a qualcuno". Un Cristo putrefatto, decomposto, profezia di un umanesimo la cui rinascenza appare come un organismo ambiguo, dalle propaggini terrene che accarezzano il firmamento, luogo di rifioritura dell'uomo, di rinnovata escrescenza materica, suo trionfale sussulto, annunciato da una spasmodica proliferazione anti-ascetica nello spazio. Eppure dietro questa " suppurazione del vuoto " sembrano celarsi radici, il cui movimento contrario, si estende in un sottosuolo larvale, che scioglie le forme, separa, disaggrega sino alla cancellazione. Il Cristo di Holbein sembra non avere più alcuna speranza di risorgere. Questo, il contrappunto dissonante, qualora si voglia udire il suono che riveste i primi vagiti della modernità, e che si afferma come il preannuncio di ogni futura scissione.<br />
<br />
<span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , "trebuchet" , "verdana" , sans-serif; font-size: 13.2px; line-height: 18.48px;"> </span><span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , "trebuchet" , "verdana" , sans-serif; font-size: 13.2px; line-height: 18.48px;">***</span><br />
<br />
Qualsivoglia immagine che affondi le sue radici nell'impossibile è apocalittica. Essa si protende verso l'uomo con tutta l'inaudita potenza di ciò che promette una sfolgorante mutazione della coscienza iconica dell'essere. Nel radicarsi di ogni visione contemplante la propria fine sorge il timbro della Rivelazione.<br />
<br />
<span style="background-color: white; font-family: "trebuchet ms" , "trebuchet" , "verdana" , sans-serif; font-size: 13.2px; line-height: 18.48px;">***</span><br />
<br />
Scrivere è un colloquio ininterrotto con la morte.<br />
<br />
<br />
<br />Arthur Rêvehttp://www.blogger.com/profile/04337813796191408368noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-4666992935828028458.post-4631030505824824932016-05-01T19:45:00.000+02:002016-05-01T19:49:14.083+02:00Aforismi e pensieri inceneriti CVI<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPozZZ4tFfTK7P0MX_kY34mfuG-ocar-mEmjUJpw9jx82wlIoBFKWr9bzMXVyEL8IoY1Z_0oIJytNBhuxsvvrFA6FrZYK4p3B6pSdgik4SICxJl4g1zXYZUElzBnBAYbrUyUzvhM_NIgYU/s1600/12642675_10204162752269204_4817608646408822728_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPozZZ4tFfTK7P0MX_kY34mfuG-ocar-mEmjUJpw9jx82wlIoBFKWr9bzMXVyEL8IoY1Z_0oIJytNBhuxsvvrFA6FrZYK4p3B6pSdgik4SICxJl4g1zXYZUElzBnBAYbrUyUzvhM_NIgYU/s400/12642675_10204162752269204_4817608646408822728_n.jpg" width="400" /></a></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
É scritto in Zhuang-zi: " L'uomo perfetto è senza io, l'uomo ispirato è senza opera, l'uomo santo non lascia nome ". É la descrizione perfetta del barbone che incrocio, talvolta, nel quartiere dove lavoro.
<br />
<br />
***<br />
<br />
" Corre di morte in morte, chi crede di vedere la pluralità nell'universo " recita un luogo della Brhadaranyaka Upanishad. Il modulo arcaico contempla un dispiegarsi periodico delle parti, rivolte ad un centro, come il mozzo d'una ruota. Una simile adesione respira secondo dettami cosmici, non innova: ed è, forse, la conservazione sacrale di una reale libertà. Perduta la reiterazione pregna di un senso, oggi la serialità non ne implica alcuno; si pensi alla liturgia parodistica della tecnica.<br />
E all'individuo non resta che disperdersi, in una molteplicità di se stesso la quale, lungi dal dissolvere l'io, ne incrementa gli spazi di costrizione e necrosi.<br />
<br />
***<br />
<br />
Man mano che vado <i>avanti</i> trovo sempre più conforto nella lettura di alcuni poeti. Se non è cessata la disposizione ad accogliere una risposta sistematica, appannaggio di altre declinazioni del pensiero, quantomeno è aumentato il sollievo di non riceverne alcuna.<br />
<br />
***<br />
<br />
Alcune insonnie risultano a tal punto strazianti che centuplicano la nostra empatia. Fragilità che assomiglia a un vigore capovolto. E, per quanto in fondo si sappia che siamo noi ad essere fallati, si vorrebbe consolare il più piccolo atomo del suo infinito travaglio. L'insonnia come scorciatoia per una santità posticcia.<br />
<br />
***<br />
<br />
Nel monastero buddhista d'Ivolginsk, posto nel cuore della steppa russa, è esposta la salma del monaco Khambo Itighelov, detto il lama ' vivente '. Secondo il rapporto di diversi patologi, il suo corpo presenta una condizione pressoché incorrotta, malgrado non siano state operate alcune tecniche di mummificazione o imbalsamazione atte a preservarlo. I capelli crescono, il corpo ha la temperatura di 35,3 gradi e pare che, una volta leso, il suo cadavere sia ancora sanguinante. Misto di commozione e disagio, a fronte di una simile caparbietà dell'alito vitale. E se fosse una sorta di ' nirvana organico ', una beata morte inesauribile? Il monaco imperfetto, l'eletto<i> difettoso</i>.<br />
<br />
<br />
<br />Arthur Rêvehttp://www.blogger.com/profile/04337813796191408368noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-4666992935828028458.post-6447140427387699812016-03-21T16:47:00.002+01:002016-03-21T16:47:36.179+01:00Aforismi e pensieri inceneriti CV<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxHBKhCkbPyVuv8dlj7fj1ZvG4R_45BN_83h1SfZ7mK1B1aq3KOGu22tZ4mm1Ho4pjrR5V0Zd2DgCYTkjmE0sxkjFTk-ZA6JFnISes96e1N8UDE4VYGsJttu99bKdSJoTHJ9Zu8oRRTH3i/s1600/Article+Lead+-+wide65559175134o1pimage.related.articleLeadwide.729x410.1315s7.png1422930264406.jpg-620x349.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxHBKhCkbPyVuv8dlj7fj1ZvG4R_45BN_83h1SfZ7mK1B1aq3KOGu22tZ4mm1Ho4pjrR5V0Zd2DgCYTkjmE0sxkjFTk-ZA6JFnISes96e1N8UDE4VYGsJttu99bKdSJoTHJ9Zu8oRRTH3i/s400/Article+Lead+-+wide65559175134o1pimage.related.articleLeadwide.729x410.1315s7.png1422930264406.jpg-620x349.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<i><br /></i>
<i><b> Frammenti musicali, parte terza</b></i><br />
<i><br /></i>
<i><br /></i>
<i>All'improvviso</i><br />
Schubert e il giardino d'infanzia dei suoi Impromptus, imbalsamato in una manciata di minuti. L'incedere lento, il dialogo di una frase reiterata, ingenua, che evapora da qualche teatrino di burattini per ragazzi, Wilhelm Meister di note appese al filo magico delle dita del pianista. Poi, calato il sipario sulla scena, varcati i primi istanti, il teatro si catapulta all'aperto, animato da una folata che polverizza quell'infanzia di legno nell'aria. Il movimento sonoro, a spargerla in una raffica breve, vertiginosa, prima di ricomporla, con la cura che si deve ai morti.<br />
<br />
***<br />
<br />
<i>Yudina la santa</i><br />
Agli ultimi concerti si presentava priva di denti e a dir poco trasandata, nell'aspetto. Minuscola, tenace santa sdentata. A cosa servono i denti in bocca, quando si mastica Dio con i tasti? L'interpretazione, il suo dominio, è espugnato dalla visione, diventa espressione di fede. Anzi, il gesto puro, è ricondurre il miracolo al suo statuto di prassi naturale, rimuoverlo dalla cecità, la nostra, a cui è destinato. Niente di meno oscuro, di meno greve di un movimento simile. Tutt'al più, così terso, che vorremmo si frapponesse qualcosa, un punto d'appoggio, tra noi e il riverbero dell'illimitato.<br />
<br />
***<br />
<i><br /></i>
<i>Alba mozartiana</i><br />
Termina l'esecuzione, il breviario dell'estasi, recitato dal concerto per clarinetto di Mozart. Scendo alla stazione. Una coppia litiga mentre uno spettro incrostato mi passa accanto, balbettando qualche oscura cabala degradata. Avere cura di perseguire un simile incanto ben lontani dalla folla, in uno spazio protetto, la regola aurea. Quantomeno in casa. Ma neppure questo sarebbe sufficiente. Cessata l'ebbrezza resteremmo noi. Restiamo sempre noi. La verità è che bisognerebbe avere il pudore di scomparire proprio al culmine di un'esperienza siffatta, nell'istante in cui questa finisce per convergere con l'obiezione suprema alla nostra individualità.<br />
<br />
***<br />
<br />
<i>Richter l'enigma</i><br />
Glenn Gould ebbe a dire, dopo aver assistito ad un concerto in cui Richter suonò Schubert: " Mi sembrava di esser testimone dell’unione di due qualità da me fino ad allora ritenute inconciliabili ovvero la profondità analitica e la spontaneità che lambisce l’improvvisazione ". Il volto di Sviatoslav, inciso da linee dure, gravi, finanche grezze. Eppure, a mitigarne il disegno, interveniva quello sguardo celeste il quale, se pareva respingere, lo faceva quasi chiedendo scusa. Raggio emerso da qualche luogo appartato che nel filtrare all'aperto resta fasciato dalla penombra attraversata. Il sembiante da mugik delle steppe e le mani d'avorio, come i tasti. Negli ultimi tempi scappava via dopo le esecuzioni, estenuato, forse, dal fardello della sua stessa bellezza.<br />
<br />
***<br />
<br />
<i>Malher e l'adagio della Nona</i><br />
Ciascun frammento deve essere sottratto all'oblio, alla disgregazione, alla morte. Fardello immateriale che solleva l'alto e il basso, crocevia di primizie eterne e sconforti inauditi, effusioni enfatiche e barlumi di austerità inattaccabile, l'ordito musicale di Mahler è un'arca sonora che tutto accoglie. Rimpianto propulsivo, corteo elegiaco che scala il cielo.<br />
<br />
<br />Arthur Rêvehttp://www.blogger.com/profile/04337813796191408368noreply@blogger.com10tag:blogger.com,1999:blog-4666992935828028458.post-67033781562771922192016-02-09T21:53:00.001+01:002016-02-11T14:42:08.890+01:00Aforismi e pensieri inceneriti CIV<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBS7XCcu7Iby-NyxYgj4_7y28ayukiM9CiUnOy6j_KgiLtS2m9YmLI1L_TLxEdMzLLMDZZxoLi1D-gd-NYQZdjCQav1gLLrHj-kWgOKgyY5YcWRMUm_pQzxRAxIlnLT1tO2_qgB7HsfLeK/s1600/57ebee038971a69ac1051ce4dd3ff125.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBS7XCcu7Iby-NyxYgj4_7y28ayukiM9CiUnOy6j_KgiLtS2m9YmLI1L_TLxEdMzLLMDZZxoLi1D-gd-NYQZdjCQav1gLLrHj-kWgOKgyY5YcWRMUm_pQzxRAxIlnLT1tO2_qgB7HsfLeK/s400/57ebee038971a69ac1051ce4dd3ff125.png" width="298" /></a></div>
<i><br /></i>
<i><br /></i>
<i> <b>Frammenti musicali, parte seconda</b></i><br />
<i><br /></i><i>Schubert e l'oblio</i><br />
Numerose musiche che Schubert componeva venivano presto dimenticate. Toccava ai suoi amici, spesso, rammentargli le composizioni scritte. Obliterare la propria creazione. Somma disinvoltura che avvicina a Dio.<br />
<div>
<br /></div>
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'lucida grande', verdana, arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.7969px; text-align: -webkit-center;"> ***</strong><br />
<i><br /></i>
<i>Le piaf démesuré </i><br />
Se si osservano le sue spalle, come piegate da un cielo interiore insostenibile, la frase che Cocteau pronunciò il giorno in cui la Piaf morì, acquista ancora più limpidezza: " Non ho mai conosciuto un essere umano così poco avaro della sua anima. Non la dispensava, la prodigava, ne buttava l'oro dalla finestra ". L'infanzia nel bordello della nonna, un padre etilista ed una madre morta di overdose, una figlia seppellita a causa di una meningite e il successivo prostituirsi per pagarne la sepoltura, la malattia agli occhi, il fegato schiantato dall'itterizia, una fiumana di dipendenze, dall'alcol alla morfina, fino alla morte dell'amato in un incidente aereo. A scorrere la biografia di Edith Piaf si ha l'impressione che la sua parabola esistenziale disegni un arco che, normalmente, richiederebbe il diluirsi di un'unica maledizione in infinite reincarnazioni. Eppure rimane la voce, quella sete d'amore smisurata, vibrante d'una vita che frantuma ogni argine, tracima i propri contorni, ipertelia di se stessa. A pochi è concessa una tale sovrabbondanza, un simile gigantismo cardiaco. Il cuore, appunto.
Cocteau la seguì il giorno dopo, per un infarto, in quella che, forse, fu una sublime osmosi di tenerezza.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.7969px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
<i>Mozart, Lacrimosa </i><br />
Luogo privilegiato dell'equivoco, in questo imitazione della vita, il fascino delle opere incompiute consiste nella potenzialità inespressa che le attraversa, nel loro essere esenti dalla morte. Ed è proprio quest'ultima a conferirglielo.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.7969px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<i><br /></i>
<i>Jacques à rebours</i><br />
" Un valzer a mille tempi, offre solo agli amanti, trecentotrentatré volte il tempo, di costruire un romanzo " . Ciò che avvince in Brel è la foga vitalistica dei suoi crescendo. Ad un passo dal patetico se non fosse così trionfale. L'aumento graduale delle dinamiche sonore smentisce l'evidenza di ogni traiettoria esistenziale. Assomiglia ad una vita <i>al contrario</i>.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.7969px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
<i>Chopin e la sintassi ultraterrena</i><br />
Studi di Chopin. Piccole, infrangibili interiezioni raccolte tra un concilio divino e l'altro. Punti, esclamazioni, schegge d'ampiezza di un discorso inudibile.<br />
<br />
<br />
<br />Arthur Rêvehttp://www.blogger.com/profile/04337813796191408368noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-4666992935828028458.post-82284011574011198972016-01-28T20:34:00.000+01:002016-02-09T20:51:19.066+01:00Aforismi e pensieri inceneriti CIII<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3a6RuA7Ri7ZjJJN-4DV2jzjLMoBihUJ-pMJ_6UG47GKzKdotZS-To5NRjCxEIZpBJgkk5PWcOSXyGPEHbFkXyQWuQT-yhu3JEdlc-FHUPQ73zuVeR-WnXh2xbcREhMODK0jNoFMzpiLmh/s1600/wr7eigx.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3a6RuA7Ri7ZjJJN-4DV2jzjLMoBihUJ-pMJ_6UG47GKzKdotZS-To5NRjCxEIZpBJgkk5PWcOSXyGPEHbFkXyQWuQT-yhu3JEdlc-FHUPQ73zuVeR-WnXh2xbcREhMODK0jNoFMzpiLmh/s400/wr7eigx.jpg" width="306" /></a></div>
<i><br /></i>
<i><br /><b> Frammenti musicali</b></i><br />
<i><b><br /></b></i>
<i><b><br /></b></i><i>Richter suona Bach</i><br />
Ci sono cose che potrebbero essere lette, contemplate, ascoltate all'infinito. E si fa imperiosa la necessità di sostare, fare ritorno nei pochi punti deputati a farci coincidere con un'ombra di vastità. Soffio in grado di sollevarci dall'irruzione di sempre nuove forme. Tutto ciò che accenna il voto d'una restituzione nel porre, con noi, un limite capace di aprire un varco verso ciò che non è misurabile.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.7969px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
<i>Su Messiaen</i><br />
Musica che anela alla negazione di se stessa, per dissolversi nell'immaterialità della luce. Come una cattedrale.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.7969px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
<i>Variazioni Goldberg 1981</i><br />
Gould mormora, aderisce alle note, forse le plasma, prolunga la vibrazione con la voce. Transustanziazione struggente. Nulla, se accompagnato con la cura, si perde. Libero infine, di svanire.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.7969px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
<i>Maria Judina e la registrazione del concerto in la maggiore No.23 di Mozart</i><br />
Pare che alla morte di Stalin questo disco, commissionato alla pianista Maria Yudina, fosse sul suo giradischi. Disco che non mancava di far scoppiare in lacrime il dittatore. Dopo averla ricompensata con una lauta somma egli ricevette una stringata lettera con le seguenti parole : " La ringrazio, ho però dato i soldi alla mia chiesa e pregherò per Lei perché il buon Dio La perdoni per tutte le atrocità che ha commesso verso il popolo ". La pianista, a differenza di un'incalcolabile pletora di vittime del regime, uccise per molto meno, non subì alcune conseguenze.
Mozart come acme insostenibile della gioia. Mozart come senso di colpa. Forse l'unico momento di bagliore in cui si produsse una coincidenza degli opposti, nelle nebbie infinite di un animo malato.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.7969px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
<i>Arvo Part e il silenzio</i><br />
Quando la musica edifica la propria potenza sulla gracilità inizia ad assomigliare ad una vita depurata dalla storia. Via negationis sonora, miracolo della sottrazione che lambisce le propaggini del silenzio.
" Ciò che la parola non dice è brahman ". Il silenzio è l'origine profonda.<br />
<br />
<br />Arthur Rêvehttp://www.blogger.com/profile/04337813796191408368noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-4666992935828028458.post-31488715920475915962015-11-12T10:33:00.001+01:002015-11-12T10:53:24.163+01:00Aforismi e pensieri inceneriti CII<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKUeQKbdt91pL5Yy1959vRJCQ5hDpWO2z78KJzXVHuiPwG75yp2RRQS0AWDHTl2Mz4kfTs5xQ_Ba159R9u51ThVvc_23umYGw6K9D-NB23BCbf1-SITiNccvryqy4yYSSjv1GIlJTsR-Nr/s1600/mt.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKUeQKbdt91pL5Yy1959vRJCQ5hDpWO2z78KJzXVHuiPwG75yp2RRQS0AWDHTl2Mz4kfTs5xQ_Ba159R9u51ThVvc_23umYGw6K9D-NB23BCbf1-SITiNccvryqy4yYSSjv1GIlJTsR-Nr/s400/mt.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
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La " noia è la radice del male " scrive Kierkegaard in Enten-Eller.
Un essere che si annoiasse mentre dorme. Ecco una prefigurazione della dannazione eterna.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.7969px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
La montagna non arricchisce. Il raffronto, lungi dall'operare un troppo decantato accrescimento, come è previsto ed intimato dalla profilassi dei rapporti umani, ci impoverisce. Si apprende a decrescere, ad assottigliarsi. A sparire nel profilo violaceo di una pietra, a farsi riassorbire nelle fenditure di uno dei suoi cieli inesausti. Corre la mente ad un verso di Rilke che recita " Anche nel vento nuovo che si leva respiriamo addio ". Ecco, il vento che là vi soffia palesa questa evidenza rimossa, come non mai. E si fa lampo apodittico del nostro diluito congedo dal mondo. Balenio liberatore che, in luogo di angosciare, pervade l'essere con tutta la potenza della sua levità.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.7969px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
Mozart e Hölderlin. Separati nell'età da poco più di un decennio, estremi nella curvatura d'un medesimo arco, dal quale scocca il dardo di un'arte ultraterrena, irripetibile. La stessa aerea leggerezza, che nella musica del primo trascolora in noncuranza divina, allusione ad una giovinezza assoluta dell'eternità, vibra nelle liriche del secondo, si fa chiarità gioiosa, stempera la negligenza di un dio che ride in supreme lontananze. Gli dei del poeta si volgono all'uomo, perpetuamente diurni, anche dalle oscure vastità del cielo. Come Mozart con il Requiem, l'ombra - che è frescura - giunge alla fine, nelle liriche della 'follia'. Il riposo <i>dall</i>'eterno, quello che segue chi seppe accompagnarne il gioco. Prima di dissolversi in esso.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.7969px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
La tinta della disperazione accende il fondale di ogni abisso umano.
Anche uno stupido diventa interessante quando non ha più nulla da perdere.<br />
<br />
<br />Arthur Rêvehttp://www.blogger.com/profile/04337813796191408368noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-4666992935828028458.post-81276348430409672042015-09-25T10:06:00.002+02:002015-09-25T10:12:33.083+02:00Aforismi e pensieri inceneriti CI<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCZNqHU0psOAU-aFTy7O_QcvjImIHmtuNctb0WeY0byMplIQomKmCPrmPpk-PPoq7qFhA09qGuZ8zGp-9rg1qWMoZatV_o5xciLABvE2CqWUkdIqWve9YpRVyRU2ncoK0_qmhh973WBTzN/s1600/tumblr_l6dvkhdzCH1qahuhjo1_1280.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="271" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCZNqHU0psOAU-aFTy7O_QcvjImIHmtuNctb0WeY0byMplIQomKmCPrmPpk-PPoq7qFhA09qGuZ8zGp-9rg1qWMoZatV_o5xciLABvE2CqWUkdIqWve9YpRVyRU2ncoK0_qmhh973WBTzN/s400/tumblr_l6dvkhdzCH1qahuhjo1_1280.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
ZENSUCHT.<br />
Lo zen rifugge la ricerca dell'immortalità come tensione rovinosa, tesa ad occultare l'incessante dispiegarsi dell'essere. Ciò che dispone al satori è un' apologia dell'attuale, una vibrante nostalgia del presente.<br />
<br />
<span style="background-color: white; font-family: 'Trebuchet MS', Trebuchet, Verdana, sans-serif; font-size: 13.2px; line-height: 18.48px;"> </span><strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.7969px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
Il termine plancton, ha significato di vagabondo. Se si pensa ad una rappresentazione suprema dell'abbandono, ad una celebrazione frugale dell'incoscienza preformale, nulla meglio di questo esercito di microrganismi viene in aiuto a chi vi rifletta. La libertà indifferente che segna il suo deporsi tra i denti di un cetaceo, fa da contraltare al terrore con il quale il feto ormai plasmato, superato lo status beato di plancton placentare, si getta tra le zanne dell'essere. Ennesimo esempio che vede lo stadio più incompiuto della vita come quello più riuscito, trionfo disinvolto dell'essenzialità.<br />
<br />
<span style="background-color: white; font-family: 'Trebuchet MS', Trebuchet, Verdana, sans-serif; font-size: 13.2px; line-height: 18.48px;"> </span><strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.7969px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
Per gli gnostici il demiurgo produsse il cielo senza conoscere il Cielo, l'uomo senza conoscere l'Uomo e la terra senza conoscere la Terra. In luogo dell'ente un demente primordiale. In ogni gesto, atto e pensiero, privi di attenzione e cura, brillano gli spasmi della Creazione.<br />
<br />
<span style="background-color: white; font-family: 'Trebuchet MS', Trebuchet, Verdana, sans-serif; font-size: 13.2px; line-height: 18.48px;"> </span><strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.7969px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
Sia nelle rappresentazioni occidentali che in quelle dell'estremo oriente, l'anacoreta e l'illuminato vengono sottoposti ad una gravosa serie di prove, sotto forma di tentazioni e lusinghe. La congerie allucinatoria e delirante si rapprende attorno a quello che è il centro terso ed irremovibile del mondo, segno attrattivo deputato a rivelarne l'illusorietà. Come un magnete, il santo o risvegliato, richiama a sé l'abbaglio fenomenico ignorato dal consesso umano. La condizione che palesa questo assorbimento è il naturale ritirarsi del puro, la beata solitudo che schiude la sutura tra i mondi. L'isolamento è la madre di tutti i deliri che salvano dalla suprema allucinazione del mondo.<br />
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<br />
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Arthur Rêvehttp://www.blogger.com/profile/04337813796191408368noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-4666992935828028458.post-11713928253617237362015-07-28T06:53:00.002+02:002015-07-28T06:53:35.199+02:00Aforismi e pensieri inceneriti C<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgNRyzamDaQERIdfF55qqhme-Bd-ecEAv1urBNseF_47Jn5K-KyJ7wUtC7JeHwOwu1ctZA08CKW_FRklqP5oxU5Z-q7CHNcsBi4B1Qn3vpsm6hGdzcrSmakDidJHLn093_VfuTtHSwB79_/s1600/%2524%2528KGrHqRHJDQE8f%252CTBzQCBPKpUV%2521sew--60_57.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgNRyzamDaQERIdfF55qqhme-Bd-ecEAv1urBNseF_47Jn5K-KyJ7wUtC7JeHwOwu1ctZA08CKW_FRklqP5oxU5Z-q7CHNcsBi4B1Qn3vpsm6hGdzcrSmakDidJHLn093_VfuTtHSwB79_/s400/%2524%2528KGrHqRHJDQE8f%252CTBzQCBPKpUV%2521sew--60_57.png" width="287" /></a></div>
<br />
<br />
Se penso a quale " personaggio " della mia stessa esistenza io sia più affezionato non ho dubbi; il decenne che leggeva Jack London sotto il tavolo di sua nonna, trasformato per l'occasione in una goletta o in un'artica slitta lanciata tra i ghiacci. Non ho mai ritrovato lo stesso potere di adesione a un testo scritto, la capacità illusionistica di dissolvermi tra quei caratteri in grassetto come se fossi la materia stessa della narrazione. E comprendo che la vera, profonda nostalgia, vibrava già allora, evocata da una letteratura ingenua la quale tuttavia alludeva alla pienezza di un'esistenza totale, come provò ad essere quella di London. Una nostalgia metamorfica, degli spazi, fisica e bruciante. Di sicuro, quel potere attrattivo non me l'ha restituito più nessun romanziere, e non certo per sua colpa. Stavo semplicemente allontanandomi da me. Stavo, quindi, diventando qualcosa. Ci si distacca da tutto, processo di separazione che investe anche ciò che è fuori dal giardino incantato della creazione letteraria, fiaba o racconto d'avventure. E, quando si avanza tra i suoi sentieri e le sue biforcazioni, si finisce per appassionarsi alle idee, ulteriore scarto della e dalla vita. Spesso più irreali di un carattere inventato, esse sono un prestito, una condivisione mutevole e aleatoria, la quale non fa che sancire l'interruzione tra noi e il mondo. Ed anche quelle che insegnano ad esperire le fondamenta di quest'ultimo, e a <i>tornarvi</i>, non sono che una deviazione ingannevole e tardiva, inadatta a ricondurci realmente nel nucleo dove vibra la scaturigine di una totale immedesimazione con esso. A un certo punto nulla finisce per marcarne la distanza come un libro.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
Si è realmente felici solo a un passo dalla noia, meri riverberi organici, nella contemplazione atona del reale. In quella misura, riposa la sezione aurea di una gioia identitaria con il mondo. Un impercettibile ondeggiamento della volontà, un minimo scarto nell'universo del pensiero e, possiamo esserne certi, pagheremo a caro prezzo l'ansia di innovarci. Fuori dall'istante contemplativo persino il respiro ha qualcosa di faustiano.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
Bestie da rimpianto. Se ci dessero l'Eterno avremmo nostalgia del Tempo. E chissà che la Caduta, le infinite cadute ed ascese, non partecipino, in verità, di un ricordo pregresso, di un'aperta ed ammaliante corolla di rimpianti, sortilegio sempre rinnovato, che nega lo stato precedente. Perché niente cade e niente risale. Così, stiamo e siamo, nel mezzo di questa oscillazione, attratti da un identico bagliore, sogno di un'eternità mutila o di un tempo imperfetto, le ali schiacciate nel vortice, imprigionati tra i due estremi di un Eden il quale non è altro che la mancanza, condizione suprema della nostra sussistenza.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
Devadatta, cugino del Buddha Sakyamuni, provocò uno scisma in seno alla comunità dei monaci, accusando l'Illuminato di troppa mollezza. Il rigorismo estremo della sua corrente atteneva a numerose norme che irregimentavano la vita monacale, contraddistinta sino ad allora da una tolleranza indisponente.
Tuttavia, come ogni reazionario, egli non poteva non soccombere ad una forma di insegnamento che, per sua natura, prevedeva una fitta rete di interpretazioni e concessioni (si veda l'ambiguità che investe molti buddhisti in merito al vegetarianismo, già all'epoca combattuta da Devadatta). Ogni scuola che voglia conservarsi fonda la propria potenza su una mobile ermeneutica della propria scienza. Guai a chi osi fissare con troppa dovizia un sistema. L'anelito alla stabilità è la morte di ogni dottrina.
<br />
<br />
<br />Arthur Rêvehttp://www.blogger.com/profile/04337813796191408368noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-4666992935828028458.post-41507210325294761552015-07-09T07:59:00.001+02:002015-07-28T06:42:03.447+02:00Aforismi e pensieri inceneriti XCIX<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoThFHNSwn3fa0PjAsAfOxpXx2MbodEBcvxVJYehvFQtPTwBI_zGJ5ttSgEaA0Qfo3tSgK4-rX48VnlQACGUdVpejJZjCLn58S8tfgRqg6MNUE-9biGpGKdwaSjCEv704PjX1iuTQLrKRn/s1600/il_fullxfull.295135076.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoThFHNSwn3fa0PjAsAfOxpXx2MbodEBcvxVJYehvFQtPTwBI_zGJ5ttSgEaA0Qfo3tSgK4-rX48VnlQACGUdVpejJZjCLn58S8tfgRqg6MNUE-9biGpGKdwaSjCEv704PjX1iuTQLrKRn/s320/il_fullxfull.295135076.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
Da qualche parte ho letto che in virtù dell'assorbimento totale nel Brahman, Adi Shankara, all'età di trentadue anni " si ritira in modo definitivo dalla Manifestazione ". Frase seducente. Quale altro congedo dalle scene può eccedere la gloriosa sobrietà di questo atto inafferrabile?
Scopertosi esaustivamente Dio, si è ritirato in sé.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
C'è un frammento d'una poesia di Hölderlin in cui il poeta allude alla fragilità dell'astronomo, all'illusione che muove questi nel nominare i corpi celesti, tentativo effimero di possedere ciò a cui ci è impedito aderire. A Dio ripugna ciò che crudelmente mutila ed inaridisce la vastità infinita del cielo. La parola che riduce è qui preludio ad un disseccamento, più profondo, veleno inoculato nella linfa delle cose, maglia infrangibile che ne impedisce la pulsazione. Destino infausto, quello del poeta che ha compreso. Dissipare, per il tramite dello stesso linguaggio, l'aureo midollo che informa il proprio spirito, mirando a restituire l'uomo e le cose all'integrità del logos, abbagliante silenzio dell'unità perduta.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
A ben vedere il profeta moderno, novello Ezechiele, teme l'inverarsi delle sue previsioni funeste. Perché se queste ne certificano la lungimiranza, per contro lo declassano dal rango di reietto inascoltato, di cui ama inebriarsi, a schiavo di un'evidenza divenuta ormai comune. Il suo è un narcisismo costruito sull'incertezza al punto che questo sovrano dell'eventuale, qualora sia nel giusto, fallisce trionfando.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
Verrà il giorno in cui la scimmia che siamo smetterà di imprecare al cielo.
Ed è allora che creperà di nostalgia.<br />
<br />
<br />Arthur Rêvehttp://www.blogger.com/profile/04337813796191408368noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-4666992935828028458.post-43073297324325545422015-06-29T10:16:00.001+02:002015-06-29T10:16:29.906+02:00Aforismi e pensieri inceneriti XCVIII<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIyHiDlw66syiYzw18P2S1izsYFgKnX1_XIW5M7aML6FNrrwe_EcAbS17aThSYFa3PgLXTXo310fE7lALiTTokQL_gUEe07EavA9j84wZWRyZo8viBEQfh476UkDw73u9nu9bwMJ93ZvNm/s1600/maitreya2008A.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIyHiDlw66syiYzw18P2S1izsYFgKnX1_XIW5M7aML6FNrrwe_EcAbS17aThSYFa3PgLXTXo310fE7lALiTTokQL_gUEe07EavA9j84wZWRyZo8viBEQfh476UkDw73u9nu9bwMJ93ZvNm/s320/maitreya2008A.jpg" width="252" /></a></div>
<br />
<br />
Maitreya, il Buddha del futuro, è rappresentato su una sedia.
Un Buddha adagiato al suolo o addirittura eretto sarebbe stato fuori luogo.
Nulla di meglio di un illuminato esausto, per raffigurare il nostro inesorabile incurvamento.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
Il primo ad usare il concetto di " alienazione " (apallatrioo) fu San Paolo. Per il Nostro la condizione di alienato si concretizza con lo smarrirsi dell'uomo nello psicologico, nello spazio delimitato contenutisticamente dai fini, da ogni oggetto consumato dialetticamente, in un'interrogazione incessante, senza pervenire a coglierne l'essenza. Al contrario, in una condizione di pieno equilibrio cessano le parole, si è nella Parola che le contiene tutte, nel silenzio che ne è matrice e fine. Lo stesso vale per ogni concetto - giustizia, verità - dissolto perché si pensa come quella cosa stessa.
Capovolgendo completamente il discorso paolino otteniamo, per contro, la definizione moderna dell'alienazione. Assistiamo in questo modo al delinearsi di vere e proprie enclave di alienati intenti a giudicare i pochi individui psichicamente integri, colpevoli di perseguire l'estinzione di ogni alterità.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
La primogenitura del suono, tale è la parola divina, fonda ogni liturgia cosmogonica. Il linguaggio sonoro di Bach non si limita a rielaborarla ma ci restituisce il medesimo processo generativo, a ritroso. E' l'inspirare celeste che segue il soffio della creazione.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
Per alcuni individui, mistici difettosi, la solitudine risiede nel terrore di disconoscersi, a scapito
del rumore di fondo del creato. Un bel giorno, quest'ultimo, finisce per guadagnare terreno su di loro.
Cessando di affidarsi a se stessi, ad altro o ad altri, sono condannati a <i>sfiorare</i> l'abbandono
ad una totalità che sentono insostenibile, così come la loro stessa individualità.
Dopotutto, realmente solo, è chi si scopre uno sconosciuto senza sapere,
fino in fondo, di essere il mondo.<br />
<br />
<br />Arthur Rêvehttp://www.blogger.com/profile/04337813796191408368noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-4666992935828028458.post-58977177057780716362015-05-15T09:22:00.000+02:002015-05-15T09:22:44.563+02:00Aforismi e pensieri inceneriti XCVII<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGJkieKF8C4ojmPluDliZFg2H-7YGFZG9gTnMQSyPF0mKSPkvlCqvGnzx9cPlEoh62wssvEiYoFHLE741-glrBnaMhfEqqzTY7LhoXiFKghheiVcs3fEmYzCFgXOKeE1Roe_qs1OggJx4R/s1600/nopok.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGJkieKF8C4ojmPluDliZFg2H-7YGFZG9gTnMQSyPF0mKSPkvlCqvGnzx9cPlEoh62wssvEiYoFHLE741-glrBnaMhfEqqzTY7LhoXiFKghheiVcs3fEmYzCFgXOKeE1Roe_qs1OggJx4R/s400/nopok.jpg" width="277" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
Ciò che ammalia del culto ortodosso è il cerimoniale che evoca l'intera gamma della percezione, il suo accogliere la molteplicità di ogni increspatura sensoriale per smorzarla nel golfo indivisibile del sacro. Un Dio esperibile attraverso i sensi si contrappone all'idea di un trascendente alienato in una dimensione impervia, remota. Che siano le labbra premute sull'icona, la cadenza del canto a fasciare il tempio e la sua comunità d'un alone sfolgorante, o ancora, il morbido aroma dell'incenso, ciascuna di queste attività è mobilitata a partecipare alla liturgia come porzione necessaria a reintegrare una totalità altrimenti mutila. Si direbbe che permanga una forma di ritualità la quale, in seno allo sfacelo del cristianesimo, ha saputo conservare, pur adattandole alla rivelazione del Cristo, le vestigia di una venerazione conforme ad un sentire pagano. Libera dalla fragilità del cattolicesimo, dalla sua vocazione dissolvente e separativa.<br />
<br />
<span style="background-color: white; font-family: 'Trebuchet MS', Trebuchet, Verdana, sans-serif; font-size: 13.1999998092651px; line-height: 18.4799995422363px;">***</span><br />
<br />
Budda, Cristo, Maometto. Gran parte della produzione ed esegesi letteraria si regge su tre maestose figure di analfabeti. La Parola, infatti, è sempre stata appannaggio di coloro i quali, portatori di un'ignoranza visionaria, non potevano che definirsi attraverso un'intima mediazione del Verbo. Restavano quindi all'oscuro di ciò che ne rappresentava la somma contraffazione e negazione.
Le molteplici, infrangibili dighe della civiltà e della cultura, le deviazioni e gli arresti che esse imposero al piano fluire del logos, generarono quelle cataratte del linguaggio, così opache e distanti dalla sorgente primigenia dove sgorgava il messaggio incontaminato. C'è da credere, in questo senso, che nessun profeta, annuncio o rivelazione si vadano delineando all'orizzonte.<br />
<br />
<span style="background-color: white; font-family: 'Trebuchet MS', Trebuchet, Verdana, sans-serif; font-size: 13.1999998092651px; line-height: 18.4799995422363px;">***</span><br />
<br />
Le donne sottoposte a chirurgia estetica finiscono per esibire un volto che si fa segno riducibile ad un unicum universale. Una maschera polivalente che trattiene e riassorbe l'individualità del soggetto diluendola, sino a spegnerla in una geografia di linee e protuberanze identiche per ciascun esemplare umano. Qualcosa di minaccioso sembra essere preposto a governare in effigie i corpi delle vittime, legione marchiata da un'unità infera.<br />
<br />
<span style="background-color: white; font-family: 'Trebuchet MS', Trebuchet, Verdana, sans-serif; font-size: 13.1999998092651px; line-height: 18.4799995422363px;">***</span><br />
<br />
Per alcuni, le tensioni speculative a cui è sottesa una reale tempra metafisica, non sono che il frutto di un serio cedimento fisiologico. A crollo compiuto si prende ad interrogare ogni risvolto che sopravanzi la mera esistenza consuetudinaria e ci si affaccia su ben altri baratri. In questi casi il corpo dirige la riflessione a suo piacimento, liberando l'io dalle confortevoli regioni di una cattività biologica salubre. Dopodiché, questo sentore d'ultraterreno scompare con lo sciogliersi del calcolo o l'estinguersi della polmonite. Anche un mediocre individuo, in virtù di questa sollecitazione operata dal decadimento organico, inizia ad avvicinarsi a territori sino ad allora inesplorati e può addirittura essere colto da inesprimibili e geniali intuizioni sino ad <i>assomigliare</i> in tutto e per tutto al Creatore, il malato supremo.<br />
<br />
<br />Arthur Rêvehttp://www.blogger.com/profile/04337813796191408368noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-4666992935828028458.post-85359476751433573202015-05-08T10:18:00.002+02:002015-05-08T10:45:04.111+02:00Aforismi e pensieri inceneriti XCVI<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrMxO6oYFJK6DDQLxAy0Iad6iAW3JqnH5JRcYpRMP5lbcpXAt3bbQan8uHNsILM3HXngVi_RT_jxp1QiKeKxHZ6FEzSNwmaJn1JTxtlXrUwGBF0wKPU6d-obt1Im0uFuXcOikcL67llmGR/s1600/816850.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrMxO6oYFJK6DDQLxAy0Iad6iAW3JqnH5JRcYpRMP5lbcpXAt3bbQan8uHNsILM3HXngVi_RT_jxp1QiKeKxHZ6FEzSNwmaJn1JTxtlXrUwGBF0wKPU6d-obt1Im0uFuXcOikcL67llmGR/s400/816850.jpg" width="285" /></a></div>
<br />
<br />
La continenza di certe composizioni astratte rivela, per mezzo di un atto spirituale ricondotto alla più pura necessità, la dismisura a cui, per contro, ci dispone l'eccesso di impulsi che presiede le nostre esistenze. Tutto ciò che trascende il tratto, il frammento, il cenno o l'allusione, finisce per occludere il respiro. Cianosi del reale. Io stesso avverto l'eccedenza del mio divorarmi; moriamo per superfetazione di segni.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
Nel mondo greco è dissimulata una consonanza tra umano e celeste stupefacente. La tensione durevole e incontaminata tra i due cardini dell'ordinamento cosmico riflette ogni processo dialettico del creato.
Nei miti e nelle narrazioni l'uomo e il dio s'incalzano vicendevolmente, giostra che riluce e non conosce compimento, aureo vortice legiferante il tutto. Ovidio testimonia pienamente questa sciarada improntata alla mutevolezza, dolce e furiosa nella sua tessitura incessante. Somma nostalgia divina, capovolta. Perché se noi bramiamo l'eterno essi anelano al finito. Ciò che smorza il proprio trionfo nella penombra del transitorio si configura come un inno, un linguaggio che vivifica e struttura ogni dimensione di riscatto inverando il sogno, il contrapposto slancio rivolto alla deità riposta in ogni miseria umana.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
L'avanguardia salva i germi dalla distruzione. L'avanguardia è slava, sempre. Anteprima di mongolie barbariche, predispone la steppa all'avanzamento. I grandi, seppur inutili, rivolgimenti storici hanno come antefatto la sua marcescente azione propulsiva. L'epoca senza <i>vere</i> avanguardie è una tregua immensa, un armistizio dello spirito che si riflette sugli avvenimenti. Un cadavre exquis precede sempre i cadaveri reali.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
Il martirio esibito, deliberato, qualsivoglia sia la giustificazione ex alto da cui trae origine, partecipa della suadente e inarrestabile forza di una mera declinazione eretta a sistema, sia questa di natura celeste o terrena e soggiacente a una proiezione ondivaga nel tempo. Il vero martire è colui che espia la follia altrui, rinchiuso a forza nel cerchio ctonio di un incubo che lo sovrasta, che gli è sconosciuto ed incomprensibile in quanto disgiunto dalla sua natura non contaminata dall'ideale, dal passato e dal futuro.<br />
<br />
<br style="background-color: white; font-family: 'Trebuchet MS', Trebuchet, Verdana, sans-serif; font-size: 13.1999998092651px; line-height: 18.4799995422363px;" />
<br />Arthur Rêvehttp://www.blogger.com/profile/04337813796191408368noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-4666992935828028458.post-82421307487997473912015-03-22T20:51:00.000+01:002015-10-07T00:32:20.208+02:00Aforismi e pensieri inceneriti XCV<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_4gwjuqWzx6JeeK9Ih6ke-_7tyEubttPlQ4WCx-W92q-7pTWyOEPkevkfPiYnCVH3bSkKtlSBJcfe2HZ-IKz5BToFChgLJq1NHckIA3J6IIwQ-jgp8998MDeqXlUd83SYZ91SNH8GRFmk/s1600/vg.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="256" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_4gwjuqWzx6JeeK9Ih6ke-_7tyEubttPlQ4WCx-W92q-7pTWyOEPkevkfPiYnCVH3bSkKtlSBJcfe2HZ-IKz5BToFChgLJq1NHckIA3J6IIwQ-jgp8998MDeqXlUd83SYZ91SNH8GRFmk/s1600/vg.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br />
Il mistero della lavorazione del vetro, da parte dei vetrai d'epoca gotica, non è stato sviscerato in tutta la sua pienezza. Che siano il blu oltremare, di un altrove che valica ogni espressione equorea dell'essere, il divampare cremisi del mantello di un santo o il verde squillante di qualche sparuta arborescenza, ciascun colore più che distillarsi attraverso la luce che ne attraversa il vetro, erompe in sé stesso, trasfigurando ogni porzione in pietra preziosa. Quando il sole imprime i suoi sigilli dorati non è il colore a proiettarsi nello scrigno ieratico dell'abside ma l'albore indistruttibile ed indifferenziato della pura luce. E in alcune cattedrali gotiche, quelle cui è stato impedito l'oltraggio di una sostituzione delle vetrate originali, l'ordito luminoso effonde le sue trame anche nelle ore notturne. E' qui che germoglia il simbolo eminente di questo idioma velato; ininterrotta diurnità divina, non alterata dalla successione, primizia dell'irruzione dell'Ora ultima ed originaria.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
Non pensate. Non date confidenza agli estranei.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.7969px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
Talvolta, uscire di casa dopo un'insonnia annichilente, dilata
allo spasmo ogni sensazione organica sino al momento in cui questa non va
ad esplodere nei sotterranei del cervello. Un rumore, di per sé già
sgradevole, si tramuta nel diapason assoluto dell'insostenibilità.
La visione di una faccia, che saremmo stati in grado di <i>sostenere</i> rinvigoriti da un buon sonno, assurge a totem dell'umana mostruosità.
A mala pena la nostra resta appiccicata al cranio per miracolo, e cosa
non daremmo per ridurla a segno adespota!
Insomma, la privazione del sonno ha il potere di mostrarci la realtà
senza infingimenti, per quello che è, una volta tolti i sigilli
del riposo: un incubo palpitante.
<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
Non si è mai così vicini al diavolo quando si è soltanto a un passo da Dio.<br />
<br />
<br />Arthur Rêvehttp://www.blogger.com/profile/04337813796191408368noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-4666992935828028458.post-64710594707072213592015-02-27T09:17:00.002+01:002015-09-23T00:36:17.325+02:00Aforismi e pensieri inceneriti XCIV<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjC-MDBjXiZaYc-qqlOA__BqNRtGYVtVPnPBRkf5sIt0t_AynTOdT1-_lOfsSpUo1deoCA71Lpsrq9t4U2-RO7HuMcilUk5oV_jZOmxrrcxchTu7-v12h75tqEqsEmV5eK8F_m6yzy_Frhe/s1600/keaton.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjC-MDBjXiZaYc-qqlOA__BqNRtGYVtVPnPBRkf5sIt0t_AynTOdT1-_lOfsSpUo1deoCA71Lpsrq9t4U2-RO7HuMcilUk5oV_jZOmxrrcxchTu7-v12h75tqEqsEmV5eK8F_m6yzy_Frhe/s1600/keaton.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
Spesso il pazzo intelligente e creativo crede di dissimulare l'espansione della propria follia rigogliosa con atti e gesti in cui è adombrata una versione appassita della suddetta, in maniera che essa risulti del tutto ammissibile per i suoi interlocutori, quando questi non siano la società intera. Questa strategia lo rassicura rispetto a una scelta che privilegi una simulazione di normalità, da lui reputata troppo ostentata, di un'evidenza pericolosa. E' la stessa legge che regola l'agire del bugiardo patologico. E che porta entrambi a perdersi, per incontinenza funambolica.<br />
<br />
<span style="background-color: white; font-family: 'Trebuchet MS', Trebuchet, Verdana, sans-serif; font-size: 13.1999998092651px; line-height: 18.4799995422363px;"> </span><strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
Il volto di Keaton è l'epitome della rassegnazione, adeguamento plastico alla catastrofe. Il suo modellarsi in una staticità inviolabile non è che la rappresentazione traslata di una catastrofe imparziale e priva di determinazioni. Del cataclisma generalizzato che è la vita.<br />
<br />
<span style="background-color: white; font-family: 'Trebuchet MS', Trebuchet, Verdana, sans-serif; font-size: 13.1999998092651px; line-height: 18.4799995422363px;"> </span><strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
Quando vivo in mezzo a una dimensione massificata vengo subito colto dal desiderio di riposare in una confortevole nicchia che mi preservi dalla volgarità che mi circonda. Tuttavia, una volta gettato in una qualsivoglia cavità dorata dell'alveare umano, il disgusto per quel comico brusio regale, e il conseguente anelito ad essere risucchiato nel grande oceano dell'uniformità, si fanno imperiosi. Non resta che il deserto. Ma dove trovare la forza?<br />
<span style="background-color: white; font-family: 'Trebuchet MS', Trebuchet, Verdana, sans-serif; font-size: 13.1999998092651px; line-height: 18.4799995422363px;"> </span><br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.7969px; text-align: -webkit-center;"> ***</strong><br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;"><br /></strong>
Per giungere ad essere tutto, non volere essere niente.
Abbiamo solo da imparare da un San Giovanni della Croce. Frantumare l'identità a livello subatomico. Desistere per esistere. Personalmente nutro una profonda stima per coloro che, nella vita, aspirano a derealizzarsi. " È un signor nessuno ".
Quale migliore elogio!<br />
<br />
<br />Arthur Rêvehttp://www.blogger.com/profile/04337813796191408368noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-4666992935828028458.post-32014814182659259002015-02-05T16:40:00.000+01:002015-06-04T01:45:20.757+02:00Aforismi e pensieri inceneriti XCIII<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7s9ikBroBpZG4qJ6L-IYLT4CKvEBInnrQgiqAxhTR-hld1RoENmqNUUTRU5UGXIESdibUDAEBxIii3Chi7rMDVsJPcJnk_nthIAICvNM2HBsUa7lp1C9ThW4AJG-hKjj2ZF5-dzvnqPLd/s1600/altamira2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="281" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7s9ikBroBpZG4qJ6L-IYLT4CKvEBInnrQgiqAxhTR-hld1RoENmqNUUTRU5UGXIESdibUDAEBxIii3Chi7rMDVsJPcJnk_nthIAICvNM2HBsUa7lp1C9ThW4AJG-hKjj2ZF5-dzvnqPLd/s1600/altamira2.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
Nutro simpatia per tutti i transfughi della propria vocazione, che non hanno niente da insegnare. In particolar modo per quei disertori celesti che al primo brivido estatico se la sono data a gambe. Esseri frammentari, mutili d'assoluto, tarme annidate sull'incorruttibile porta del paradiso. Deve trattarsi di solidarietà tra vinti.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
<br />
Nel libro "Unità Trascendente delle Religioni" Frithjof Schuon parla delle bestie, piante ed animali come creature periferiche. La forma di queste creature rivela tutto ciò che essa conosce, identificandosi in ultimo con questa conoscenza. La forma d'un determinato essere indica il suo stato o sogno contemplativo. Rimane fuori l'uomo, l'informe per eccellenza, il senza norma, sprovvisto della capacità di aderire alla propria evidenza, in balia della mutevolezza delle proprie idee, pulsioni, dogmi e pensieri. L'uomo, l'eterno disgiunto, il dissociato perenne.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;"><br /></strong>
Dalle pitture rupestri affiora un mondo in cui la continuità metamorfica non è spezzata dalla cristallizzazione in classi propria dell'ordine naturale. Perché non esiste ordinamento tipologico nella dialettica costante tra le "parti". Uomo, animale, pianta e minerale convergono in un unicum che dà forma al tempo mitico della non storia, epurato da ogni dislocazione cronologica, inattingibile in un senso più profondo. Il tempo che produce e quindi separa, il nostro, è l'abisso edificato sul genoma del mondo, e nessuna archeologia e genetica che non siano spirituali sono in grado di ricomporre la mappa che disegna l'anima mundi.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
L'uomo è costituzionalmente incapace di sostenere una quantità illimitata di memoria. I più deboli sono proprio coloro in cui la facoltà di ricordare, e quindi di rimpiangere, è oltremodo dilatata. Un indigeno sottoposto ad un naturale ritmo ciclico disponeva d'una quantità infima di ricordi, di cui poteva disfarsi per mezzo d'una salubre cadenza rituale. L'esistenza odierna, cerimoniale del nulla protratto all'infinito, non fa che rivendicare un sovrappiù d'esperienze, le quali muteranno in un'infinità di reminiscenze svigorite, prese una ad una, ma foriere di minare l'equilibrio mentale se considerate nell'insieme. In questo mondo un uomo <i>affetto</i> da immortalità non conoscerebbe altra fine che una follia inesauribile. Finirebbe per essere sepolto vivo dall'immenso edificio dei propri ricordi.<br />
<br />
<br />Arthur Rêvehttp://www.blogger.com/profile/04337813796191408368noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-4666992935828028458.post-13741075010790724942015-01-21T22:22:00.000+01:002015-01-21T22:56:21.208+01:00Aforismi e pensieri inceneriti XCII<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieGKClTFn5zWbOrMRzzOBUC7kuYKK-O1KEi0G1kOdeC5PLL9nUJlbTef1s3ZLdBgFoj8NxB0zZTOelTwJeEuT5iUYeTLhsjSBS80LKIHsQ4vSvJlRzftceefLkxUWlRki_ulo3QWZffrL_/s1600/fig02.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieGKClTFn5zWbOrMRzzOBUC7kuYKK-O1KEi0G1kOdeC5PLL9nUJlbTef1s3ZLdBgFoj8NxB0zZTOelTwJeEuT5iUYeTLhsjSBS80LKIHsQ4vSvJlRzftceefLkxUWlRki_ulo3QWZffrL_/s1600/fig02.gif" height="249" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
Il delirio ipercinetico con il quale la papamobile fendeva la moltitudine, qualche giorno fa, a Manila. Il Papa avanzava ad una velocità sconcertante, al punto che della fiumana di gente, scomparsi i segmenti distinti, non restava che un timballo di teste, busti e braccia protese, abbattute con celerità dalla scia di quell'aerolite ultraterrena. Sfrecciava il Papa, e sembrava alludere ad una divinità convulsa la cui solitudine aumenti con la velocità impressa all'apparizione.<br />
Poiché la folla si <i>accontentava</i> di rubarne un istante, una diapositiva fragile e remota. Sfrecciava, il Papa, rapido e lucente come un Dio invisibile.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
Trovare la propria strada è il conforto di essere spacciati.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
L'ecumenismo transreligioso nasconde, sotto una crosta mite, finanche ingenua, il ribollire di una spinta livellatrice propria dell'orizzonte post-moderno. Il dialogo tra le fedi è sfruttato muovendo sull'erosione multilaterale dei fondamenti tradizionali di ciascuna confessione. Più esse si " modernizzano " più entrano in un processo di agonia che riproduce la laconica mondializzazione operata dal laicismo.
Ed è qui che si rivela la resistenza, chissà quanto consapevole, della componente più bellicosa: l'Islam. La religione più giovane (depositaria quindi dell'ultima manifestazione divina, summa perfetta che avvilisce le precedenti) è quella che oppone il diniego più accentuato e che si configura come anacronismo assoluto, edificando sull'ideale teocratico il fondamento rivoluzionario. Il paradosso apparente è che ciò avviene con l'utilizzo dei medesimi strumenti del nemico e seguendo la stessa logica universalistica. Sharia planetaria come reazione all'ordine mondiale della Téchne, sfruttando, senza alcun ritegno, le possibilità offerte da quest'ultima. Ripristino di un'unità, nel nome non di una presunta uguaglianza regolamentata dall'espressione democratica, ma di una gerarchia strutturata da una religione rivelata. Restaurazione parodistica dell'Uno, frutto ambivalente della stessa ossessione unitaria.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
Mattinata all'ospedale con il disabile. Durante l'elettroencefalogramma rideva, scettico al riguardo di un diagramma che, pretenzioso, aspirasse a spiegare il segreto della <i>sua</i> perfezione.<br />
<br />
<br />Arthur Rêvehttp://www.blogger.com/profile/04337813796191408368noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-4666992935828028458.post-659444834972759912015-01-09T11:27:00.001+01:002015-01-09T11:27:15.922+01:00Aforismi e pensieri inceneriti XCI<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhO_-ThOi4H5NSAYwxY6_GzKQLVnkwzNkP2c_QTlHEdAkOrkbol_yfp9krRtI-Ad9oBrPkRmBRi6lRLJXaVgl-7ag81ImtVdcGsB3Cxfk3e98StbRpP9HgsVQuasBqg2ZF4z3LqYyR0ZL5S/s1600/mfp5vTC.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhO_-ThOi4H5NSAYwxY6_GzKQLVnkwzNkP2c_QTlHEdAkOrkbol_yfp9krRtI-Ad9oBrPkRmBRi6lRLJXaVgl-7ag81ImtVdcGsB3Cxfk3e98StbRpP9HgsVQuasBqg2ZF4z3LqYyR0ZL5S/s1600/mfp5vTC.jpg" height="238" width="320" /></a></div>
<br />
- Frammento sull'attentato a Charlie Hebdo -<br />
Il video dell'agente freddato, riproposto più volte, le telecamere a circoscrivere la sua fine in un segmento riproducibile all'infinito, sono l'ennesima riprova che, oggi, la Morte è inscindibile dall'Informazione. Il conflitto è assolutizzato e reso permanente dall'infinito replay di quel colpo di pistola e da ogni processo che immortali la violenza, non esaurendola nel dato. La guerra <i>osservata </i>è la nuova frontiera di un'eternità capovolta. Lo sbirro francese non cesserà <i>mai</i> di morire. Ogni fanatico, qualsivoglia sia il campo d'azione da cui muovono le sue gesta, avverte - forse senza saperlo in profondità - che il Culto supremo, l'offerta sacrificale, non è esibita sugli altari di un Dio, ma che l'immolazione arde, alimentata dall'iride di chi guarda. Potrebbe, un Dio, accettare un simile pervertimento? Forse solo un Dio costretto a nostra immagine e somiglianza. Un Dio per insicuri.<br />
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<span style="background-color: white; font-family: 'Trebuchet MS', Trebuchet, Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18.4799995422363px;">***</span><br />
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Mi sento realmente tranquillo solo nelle pause tra un attacco di esistenza e l'altro. In quegli sconfinati intervalli di noi stessi che chiamiamo vita.<br />
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<span style="background-color: white; font-family: 'Trebuchet MS', Trebuchet, Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18.4799995422363px;">***</span><br />
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Bestie, piante, minerali, acconsentono alla propria sostanza e convergono ciascuna al proprio insieme, non alterandosi che a livello organico o nell'ambito delle emozioni primarie. L'uomo, creatura transitoria per eccellenza, miraggio forsennato, è soggetto a svariate alchimie che ne infirmano la stabilità e gli conferiscono quell'aura sbiadita di insoddisfazione inestinguibile, quel fondo di irrealtà parcellizzato nelle sue incalcolabili identità separate. A ben vedere ogni singolo uomo non è mai riconducibile all'idea di Uomo, chimera volubile. Costituzionalmente più debole, un profondo senso di inadeguatezza e separazione lo porta ad detestare quelli che ai suoi occhi paiono degli eletti ingiustificati; alberi, balene, montagne. Ed allora si vendica, imponendo con il suo suicidio invidioso, la scomparsa al resto del creato.<br />
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<span style="background-color: white; font-family: 'Trebuchet MS', Trebuchet, Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18.4799995422363px;">***</span><br />
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Ogni parola si fa reliquia istantanea dell'irrealtà rivelata. Non resta che perseguitare l'indicibile, braccarlo con il fiore del verbo.<br />
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<br />Arthur Rêvehttp://www.blogger.com/profile/04337813796191408368noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-4666992935828028458.post-55376540515202808352014-12-22T10:00:00.001+01:002015-01-21T22:27:51.548+01:00Aforismi e pensieri inceneriti XC<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjf-ZgMqpVbusQo-QpmnZQbTFLu-dk0e_-VfzGaCbMZSHOfnd5-vUhJ1PRWvMdHHyP_8ZNeVxDVqfqO7DMR6dfyvMkCWvCJ9SoHOK4Uy9NcmPFkxWxfu3lIFJbahHBmPIgk2WG3NJNx7Dx9/s1600/ft500006hm_00005.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjf-ZgMqpVbusQo-QpmnZQbTFLu-dk0e_-VfzGaCbMZSHOfnd5-vUhJ1PRWvMdHHyP_8ZNeVxDVqfqO7DMR6dfyvMkCWvCJ9SoHOK4Uy9NcmPFkxWxfu3lIFJbahHBmPIgk2WG3NJNx7Dx9/s1600/ft500006hm_00005.jpg" height="258" width="400" /></a></div>
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</div>
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Esistono maestri, poeti, filosofi che conservano la penombra dei loro arcani nonostante la limpidezza della loro scrittura. Altri, più inclini all'opacità, tradiscono il terrore di essere compresi, frapponendo tra loro e il mondo, un corpo scritturale che non si lasci attraversare dalla luce. E, se questi ultimi ingaggiano una lotta forsennata con il linguaggio, i primi si innalzano sulle parole con la grazia disinteressata di chi si appaga nella generosa frugalità del loro sostegno.<br />
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***<br />
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"Se qualcuno ti chiede di me, dì che io sono andato in America". Sono le ultime parole pronunciate da Svidrigajlov, prima del suicidio, in Delitto e Castigo. Potere evocativo di Dostoevskij, finanche nell'ultimo dettaglio che spalanca una voragine geografico-metafisica. America, ulteriorità illimitata e crepa privilegiata dalle quali farsi inghiottire con un colpo di rivoltella. Marciscono le foglie, il prospekt è avvolto da un manto di bruma e Svidrigajlov, suicida profetico in anticipo di quasi un secolo, se ne va dove siamo tutti noi, ora; in America.<br />
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***<br />
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L'antichità ripone, tra le sue ali serrate, l'arcano di un volo inestinguibile.
Aprirsi un varco tra le sue rovine, dischiuderne le ali di pietra, è presentire la giovinezza che mai ci ha abbandonato; è diserzione salvifica dal sortilegio che reclama, per ogni futuro, la sua distruzione.<br />
<br />
***<br />
<br />
Certe composizioni di Stockhausen evocano una musica sotterranea, ma di un sottosuolo popolato da spore sideree, forme micotiche e spaziali infestanti dall'interno gli oggetti che le contengono e che ne sono, in realtà, il vasto ed essenziale firmamento preposto a reggerli e conservarli.
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<br />Arthur Rêvehttp://www.blogger.com/profile/04337813796191408368noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-4666992935828028458.post-47939258638424555412014-12-04T10:13:00.002+01:002014-12-04T10:13:33.467+01:00Aforismi e pensieri inceneriti LXXXIX<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-GnYVaLQiHFilwzf_FHEee01VzcX-LxbgB7iB_Dl-Gi7ZfV5BcSgaFGyjQ-520eYbeE9_jFyV7g5e_VvAijMz7JgtaaU6h_p2AkCrl9RB-Xvmzhm8cE53YKi7bh5gm36GYMN2kD2jjhBU/s1600/rh.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-GnYVaLQiHFilwzf_FHEee01VzcX-LxbgB7iB_Dl-Gi7ZfV5BcSgaFGyjQ-520eYbeE9_jFyV7g5e_VvAijMz7JgtaaU6h_p2AkCrl9RB-Xvmzhm8cE53YKi7bh5gm36GYMN2kD2jjhBU/s1600/rh.jpg" height="320" width="297" /></a></div>
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In principio era il rimorso.
Da qualche parte deve esistere una genesi apocrifa che comincia così.<br />
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<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
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Un'esistenza trasfigurata dal panico e dalla malattia può risultare morbosamente inebriante agli occhi di qualche modesto discepolo dell'angoscia. Da lì il fascino e l'apparenza di profondità ulteriore che emana da certi artisti sfrenati. Ogni delirio puzza sempre di trascendenza.<br />
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<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
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Niente può alleviare la sensazione di chiaroscuro ineludibile che presiede la natura profonda dell'assoluto, che lo vivifica.
Non mi stupirei ci fossero dei ratti che fremono nei <i>sotterranei</i> del paradiso.<br />
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<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
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Le pochissime persone di genio che ho conosciuto non eccellevano nel buon gusto, senza per questo essere tacciabili di rozzezza, tutt'altro. Ma non avevano tempo per altre forme di compiutezza. Un minuto sacrificato all'universalità del bello, a sviluppare una certa grazia tirannica sortisce l'effetto di riconsegnarci alla durata in qualità di sue vittime. Ci si dispone a una generosità del sentire che causerà la nostra dispersione. E' questa la differenza che separa l'uomo di cultura e il talento versatile dal vero creatore. Quest'ultimo non può che farsi parsimonioso per poter prodigare ogni più piccola pagliuzza del suo giacimento interiore.
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<br />Arthur Rêvehttp://www.blogger.com/profile/04337813796191408368noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-4666992935828028458.post-90219290039678647842014-11-11T18:37:00.003+01:002014-11-11T18:40:01.742+01:00Aforismi e pensieri inceneriti LXXXVIII<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhFrN4cN4Jr9cvllnvzL1gysUdC_vxDiGkyTpuUkijQ1_Hq1rFDmthErwSvEAUaJr2kgInjSxOcE_ZvvGetJTd6LvdcpBMefpOPOAVPcRzq4LjOlDr8xtfrLZpMXibwpYspJc5GsryeQ5f/s1600/siemens-reuters.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhFrN4cN4Jr9cvllnvzL1gysUdC_vxDiGkyTpuUkijQ1_Hq1rFDmthErwSvEAUaJr2kgInjSxOcE_ZvvGetJTd6LvdcpBMefpOPOAVPcRzq4LjOlDr8xtfrLZpMXibwpYspJc5GsryeQ5f/s400/siemens-reuters.jpg" width="400" /></a></div>
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In ogni asceta riposa un despota che non ce l'ha fatta.<br />
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<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
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Sui vagoni della metropolitana campeggia la scritta Siemens. Una differente distribuzione delle lettere recita, grecamente, Nèmesis. Non è necessario un delirio paranoide o complottistico nel vedervi uno scherzo delle Moire. Ogni cosa è simbolo nelle tebaidi metropolitane. Anche la condanna, il cui volto deterso ed ecologico è espressione ambivalente di un'unica maschera, al sottosuolo. E non è affatto facile, resistere alla tentazione di percorrere l'inferno <i>celermente</i>.<br />
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<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
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L'albero della conoscenza del bene e del male sovrintende, una volta coltone il frutto, il discrimine che investe ora l'Uomo dal suo antecedente edenico; il dolore e la morte. Conoscenza significa coscienza e capacità di produzione creatrice ma, in primo luogo, alienazione dall'unitarietà. L'Uomo inizia a gareggiare con il Creatore e, per ricondurre le scintille disperse al pneuma divino, per ricomporre ciò che ha infranto (se si vuole alleviare la radice della colpa, il doloso gesto che prima d'ogni cosa è <i>offerto</i> da Dio) si serve dell'Arte come strumento del Ritorno. L'Arte, intesa come desiderio di conoscenza, diviene causa della Caduta, preannuncio della Storia e principio edificante della civiltà. Essa è, al contempo, mezzo di redenzione dal costituirsi dell'Uomo come ' fallimento nel divenire '. Veleno che diventa salvifico? Malattia che guarisce? Forse solo un'arte completamente inferma, in un senso lontanissimo dal moderno, può guarire. Sbaglia infatti chi definisce l'arte odierna malata. Essa è invero innocua e sana, come un robusto imbecille.<br />
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<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
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L'odierno accanimento terapeutico per mezzo d'una scienza oltremodo necrofila prefigura, chissà, l'avvento del coma assoluto. Il trionfo della vita eterna.
Come <i>morte inesauribile</i>.<br />
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<br />Arthur Rêvehttp://www.blogger.com/profile/04337813796191408368noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-4666992935828028458.post-15304947839945150792014-10-17T09:50:00.002+02:002014-10-17T10:07:32.826+02:00Aforismi e pensieri inceneriti LXXXVII<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpCqnxFhD7eSVi1GKN90CDzl9exqJlwz7lYCdqmFJy1Q40DHbV_VY27p0H1LJRhq-iUE8ypwVdFgCXpcJYjAQkyeL3KCgsFzsbEvMckeSd2IJFn_WgO2JjSsu_R_ET3g-jsUNdZefwnKiy/s1600/Incredible+Photographs+from+the+1911+Australasian+Antarctic+Expedition+(1).jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpCqnxFhD7eSVi1GKN90CDzl9exqJlwz7lYCdqmFJy1Q40DHbV_VY27p0H1LJRhq-iUE8ypwVdFgCXpcJYjAQkyeL3KCgsFzsbEvMckeSd2IJFn_WgO2JjSsu_R_ET3g-jsUNdZefwnKiy/s320/Incredible+Photographs+from+the+1911+Australasian+Antarctic+Expedition+(1).jpeg" /></a></div>
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Nelle sue declinazioni estreme il Male (le maiuscole sono come stampelle) cessa di essere accessibile alla nostra comprensione. Ciò che accade in Messico, da vent'anni, trascende ogni tentativo di riconsegnare un significato al sacrificio delle vittime, inverandone il martirio. La linea di confine tra Messico e Stati Uniti appare come una direttrice, uno spazio privilegiato dell'orrore dove il segmento si apre come una faglia, un buco nero che inghiotte e assorbe i gangli luminosi di chi è immolato. Il tòpos rivendica due campi di forze antitetiche; lo stato messicano, emblema d'una barbarie edificata sull'arretratezza tecnologica <i>e quindi</i> umanitaria, sulla corruzione, sulle radici di un animismo feroce, non estirpato dal cristianesimo, e gli Stati Uniti, apologeti di un benessere che è manifestazione reale dell'integrità e verità metafisica della loro Missione. Tuttavia la matrice di quell'orrore mi pare figlia di un unico Male, erma bifronte di un massacro solidale, il cui <i>ritualismo</i> evade da ogni tentativo di costringerla unicamente nell'ambito di una mattanza politica ed economica e ad epifenomeno di un capitalismo selvaggio. Nessuna teodicea sarebbe in grado di penetrarne il mistero. Anzi, si ha la sensazione che una piena comprensione annichilirebbe all'istante.<br />
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<span style="background-color: white; font-family: 'Trebuchet MS', Trebuchet, Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18.4799995422363px;"> </span><strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;"><br /></strong>
Il conservatore si pone all'avanguardia dell'utopia.
Cosa c'è di più irrealizzabile di un futuro costruito sulla nostalgia?<br />
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<span style="background-color: white; font-family: 'Trebuchet MS', Trebuchet, Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18.4799995422363px;"> </span><strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
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" Storia del pensiero umano ".<br />
Titolo di un libro scorto in libreria. Impressione tragicomica e al contempo commovente, quasi che la materia del libro in questione, condensata in quel titolo laconicamente pomposo, non esprimesse che uno degli innumerevoli accidenti della Creazione bensì di un ventaglio infinito di creazioni e chissà, forse una delle più effimere. Quella dell'uomo e del suo pensiero.<br />
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<span style="background-color: white; font-family: 'Trebuchet MS', Trebuchet, Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18.4799995422363px;"> </span><strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
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Il 31 dicembre 1902 è una data capitale nella storia dell'umanità. E' il giorno in cui <i>fallisce</i> la spedizione di Ernst Henry Shackleton, partita con l'obiettivo di conquistare il Polo Sud. Di lì a poco, nel 1912, Amundsen raggiungerà la meta e sancirà la definitiva conquista dell'unico territorio rimasto inaccessibile all'uomo, l'Antartide. La disfatta di Shackleton si configura come punto terminale e canto del cigno del pianeta. Essa è, al contempo, affermazione ultima dell'arcano naturale, grido trascendentale di resistenza all'uomo, nel suo opporsi allo svelamento del creato, al disseccamento conoscitivo che ne prosciuga i giacimenti immateriali, prima ancora della linfa che li sostanzia. Il mysterium naturalis è giuntura celeste. Una volta espugnato la frattura non può che ampliarsi.
Shackleton morirà da <i>eletto </i>senza esser riuscito a realizzare il suo " folle volo ", carico di onorificenze, preservato dal successo più grande. Consacrato, nel suo fallimento, dalla natura.<br />
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<br />Arthur Rêvehttp://www.blogger.com/profile/04337813796191408368noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-4666992935828028458.post-5351788065645241832014-09-26T09:32:00.001+02:002014-09-26T09:32:47.387+02:00Aforismi e pensieri inceneriti LXXXVI<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2dB4LFkKr0uKO-8a7O92kBwVHPcE9bRMYga9W1RiEyJxEf4EF_-zAfe4uJMQ7CHu3HDzlP5VWzZdB5e5foumX93Y0O2Mh5ABL-2V1hppXMsx_LEk1K6sqj57f81rW1b3AkDUO65nrv5J7/s1600/le-sang-dun-poete-2.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2dB4LFkKr0uKO-8a7O92kBwVHPcE9bRMYga9W1RiEyJxEf4EF_-zAfe4uJMQ7CHu3HDzlP5VWzZdB5e5foumX93Y0O2Mh5ABL-2V1hppXMsx_LEk1K6sqj57f81rW1b3AkDUO65nrv5J7/s1600/le-sang-dun-poete-2.png" height="298" width="400" /></a></div>
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La poesia più alta tornisce l'espressione, fa dell'adattamento, della flessibilità, un unico strumento di consacrazione nell'alveo dell'Essere, senza la forza coercitiva che altri idiomi utilizzano. Si discosta, a differenza di certa parola filosofica, dal paralizzare l'ente nell'inerzia della definizione. E' un linguaggio che non abolisce e non crea Dio. Lo salva e lo preserva.<br />
Anche dalla <i>costrizione </i>all'esistenza.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
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L'uccisione dell'orsa in Trentino, ad opera di un miserabile, è Evento che trascende ogni risibile contingenza, dal deficit della crescita alla diplomazia internazionale.
Condannati ad essere spettatori del Museo della Vita, ci industriamo a salvare ciò che abbiamo perduto da tempo. Nemesi garbata, talvolta l'opera di disperata conservazione si arresta o fallisce. Mi chiedo, è veramente affrancato un animale la cui libertà è allevata, calibrata ed imposta dalle statistiche? Persino nelle fotografie, esibite nei quotidiani, pare imprigionato nella sezione rettangolare del foglio. E' prigioniero dei nostri sguardi, incatenato alla nostra compassione. Da tempo l'uomo ha dimenticato l'insegnamento sapienziale dell'animale. La sua cattività è diventata la nostra.<br />
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<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
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Nel sufismo, tramite uno sviluppato esercizio dello spirito, sarebbe dato conoscere il suono primordiale di Dio che
originò la creazione.
In un evo annichilito dal rumore non è necessario essere sufi per scorgerne il lamento, sempre rinnovato.
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<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
Avanziamo senza mai oltrepassarci.<br />
L'avvenire è uno specchio infrangibile.<br />
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<br />Arthur Rêvehttp://www.blogger.com/profile/04337813796191408368noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-4666992935828028458.post-67145287326199193782014-09-11T09:57:00.002+02:002014-09-11T10:01:29.659+02:00Aforismi e pensieri inceneriti LXXXV<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZwGDWn8oXElcqg8b-DIx31m7iSM5MUcb49rCONvLcmQBoh_RU7Zd_YF5EdRIghfADoE06ry8clkIlnB-Ll7w5baTBIuCOFr9lxSEHsnZoEdZDOT1t_T7fInhzFpbqAygTH8SVDaUip11U/s1600/484833_3965884285700_105912492_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZwGDWn8oXElcqg8b-DIx31m7iSM5MUcb49rCONvLcmQBoh_RU7Zd_YF5EdRIghfADoE06ry8clkIlnB-Ll7w5baTBIuCOFr9lxSEHsnZoEdZDOT1t_T7fInhzFpbqAygTH8SVDaUip11U/s1600/484833_3965884285700_105912492_n.jpg" height="400" width="277" /></a></div>
<br />
<br />
Il Brahman è detto narguna, senza attributi, principio riscontrabile in ogni via negationis. Avvicinarsi ad esso presuppone una metamorfosi verso la plenitudine dell'inqualificabile, una fuga risolutrice nell'indeterminatezza, steppa inabitata, battuta da qualche sporadico saggio. Tuttavia gli uomini amano votare il proprio culto ostinato a coloro che più si discostano da questa profilassi della liberazione; gli artisti e i predicatori d'ogni sorta. I primi, maestri nell'agghindare il vuoto finiscono col sostituirsene ed i secondi, alfieri indiscussi della peculiarità, non fanno che piegarlo alle proprie esigenze.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
L'edera del linguaggio cresce sulle rovine del pensiero.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
Al culmine dell'agonia pressoché ogni uomo sarebbe disposto a procrastinare la propria esistenza, per un tempo limitato, fosse anche in qualità di insetto. Il terrore della morte è, in fondo, l'angoscia specchiata del primo istante.<br />
La paura della fine? Un difetto di memoria.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
La farmacopea medievale prevedeva l'utilizzo delle più disparate parti del corpo animale come rimedio o linimento di molte malattie. Lo stambecco, in particolare, era ritenuto capace di alleviare numerose afflizioni corporee. Secondo una credenza dell'alto medioevo, un piccolo ossicino a forma di croce vicino alla sede del cuore, avrebbe posseduto virtù taumaturgiche tali da guarire i mali più funesti. Il martirologio di numerose bestie, catalogo liturgico infinito, meriterebbe di sostituire gran parte delle gesta che illustrano la storia del cristianesimo e di altre religioni.<br />
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Ogni testimonianza di fede impallidisce di fronte alla muta, santificante attestazione di aderenza alla propria forma. Ciò che accoglie in sé la propria natura già si protende verso la vetta celeste.</div>
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<br />Arthur Rêvehttp://www.blogger.com/profile/04337813796191408368noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-4666992935828028458.post-12512395264191804872014-08-26T14:52:00.000+02:002014-08-26T14:53:02.328+02:00Aforismi e pensieri inceneriti LXXXIV (Alla montagna)<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTPp5nWrUKhyb6ZB4IigrRP7j38Tz863W8dUZxaBx0-EHI6Ng0eB2Y4wxn2IfWT9wk_QJgPSzaWfejylkLBHrxgwS2JkrZzXEbARO-dRQZ1tQEIdYH-wJ9FhdAiox-OD1VfzEtuiHjxBJ2/s1600/m1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTPp5nWrUKhyb6ZB4IigrRP7j38Tz863W8dUZxaBx0-EHI6Ng0eB2Y4wxn2IfWT9wk_QJgPSzaWfejylkLBHrxgwS2JkrZzXEbARO-dRQZ1tQEIdYH-wJ9FhdAiox-OD1VfzEtuiHjxBJ2/s1600/m1.jpg" height="320" width="192" /></a></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnk3oYT3vLnRg3fODPKY9PoQbBu4xSQT0380z5g_DKO76FW9yAaGjo4GMnE0CPgOtkyIZTuCv536-Dn7KxV9ND4oanfQcNowBi27_VyIxtjwLa_wjRRD9_CNEK0PebHqJdyWRgK2FoNQKK/s1600/m2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnk3oYT3vLnRg3fODPKY9PoQbBu4xSQT0380z5g_DKO76FW9yAaGjo4GMnE0CPgOtkyIZTuCv536-Dn7KxV9ND4oanfQcNowBi27_VyIxtjwLa_wjRRD9_CNEK0PebHqJdyWRgK2FoNQKK/s1600/m2.jpg" height="192" width="320" /></a></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEit_Tp9ePqk_wt4Zr8ZGnX-J-9gK_yyAGZZea3jfknP0hVVSDjkMP3dzw73UPbIn90paNxj4hOYwVZg6LnvJRtEQ6uifj7MzwPCF9sfo68YNM5Ic9wN8jCpfwPYxutuwAFx01-FfFln7zoR/s1600/m3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEit_Tp9ePqk_wt4Zr8ZGnX-J-9gK_yyAGZZea3jfknP0hVVSDjkMP3dzw73UPbIn90paNxj4hOYwVZg6LnvJRtEQ6uifj7MzwPCF9sfo68YNM5Ic9wN8jCpfwPYxutuwAFx01-FfFln7zoR/s1600/m3.jpg" height="191" width="320" /></a></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMwwNcZKPB66l4WruOTex5u41qW3fbSxE4m3h7j5HC6_e0xd0-i48V46OggcuDKsXvaFnHHL27Zaor1qJASfEKO2OKXMLzBBD-DbL15fD9IDZIUkZQHq8qfzFlplj-6SFDp9ALZopt1XzQ/s1600/m4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMwwNcZKPB66l4WruOTex5u41qW3fbSxE4m3h7j5HC6_e0xd0-i48V46OggcuDKsXvaFnHHL27Zaor1qJASfEKO2OKXMLzBBD-DbL15fD9IDZIUkZQHq8qfzFlplj-6SFDp9ALZopt1XzQ/s1600/m4.jpg" /></a></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXGthKs3PzDNMY7ocVETB2mcNtRGDncfjJv8CCxWeLpsy1m3UYDSVtSMN__0677h1NB6Qx6XR8L7-fsK04_O2x45MOLPhncYlXcMf5GWs6t6kChpB7u4LLT-yLnI6V8lv8vlkZBGxfImFW/s1600/m7.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXGthKs3PzDNMY7ocVETB2mcNtRGDncfjJv8CCxWeLpsy1m3UYDSVtSMN__0677h1NB6Qx6XR8L7-fsK04_O2x45MOLPhncYlXcMf5GWs6t6kChpB7u4LLT-yLnI6V8lv8vlkZBGxfImFW/s1600/m7.jpg" height="192" width="320" /></a></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4SaDTdFshHxzVIURAXjBXI9V4kpWKWW62YPOcwKXmEs3xvbJddGQ_3Hu7-vgj5A5G85WfUJt7lDPEX4SwppzCVwcIYGBacI_3yB9RQrys8IKGOX9gWaT1Kuwm5YYlng6SNJhDhrlRcy7o/s1600/m5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4SaDTdFshHxzVIURAXjBXI9V4kpWKWW62YPOcwKXmEs3xvbJddGQ_3Hu7-vgj5A5G85WfUJt7lDPEX4SwppzCVwcIYGBacI_3yB9RQrys8IKGOX9gWaT1Kuwm5YYlng6SNJhDhrlRcy7o/s1600/m5.jpg" height="191" width="320" /></a></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHCv1-apEsS8XBlvIgPUuUM3kdAglw_nyOvtm4b8lk7LDzUln1TWJFgsiWrxoTgcNPx9oNeYNEIOZbu3oEzhQCL2bttRP27mE4OzyRVGPDL9wyuoB_J9DLIcFdiYS83cdn75JGDao2_rrs/s1600/m6.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHCv1-apEsS8XBlvIgPUuUM3kdAglw_nyOvtm4b8lk7LDzUln1TWJFgsiWrxoTgcNPx9oNeYNEIOZbu3oEzhQCL2bttRP27mE4OzyRVGPDL9wyuoB_J9DLIcFdiYS83cdn75JGDao2_rrs/s1600/m6.jpg" height="320" width="192" /></a></div>
<br />
<br />
Montagna è respiro primevo, è riconsegnarsi alla propria origine celeste, là dove la vetta s'<i>inverba</i> in una luce assordante.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
Vi sono luoghi, in montagna, improntati ad un nitore ed una geometria naturali, tali da vendicare la visione amorfa a cui siamo abitualmente inchiodati. Come in una sconfinata camera sterilizzata, nella quale si producano operazioni di sapiente ed aerea chirurgia, si ha l'impressione paradossale di trovarsi innanzi a qualcosa di artificiale. Il camice grigio e verde di erba e rocce, l'immobilità trascesa da sporadici e misurati gesti, pare quanto di più lontano dalla vitalità deforme dei nostri lazzaretti urbani. Le specie si rarefanno, l'ambiente si ritrae, al cospetto del cielo. La Vita prende congedo dal proprio esubero per rivelare il nocciolo indistruttibile che la governa.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
All'erica, alla roccia, all'inumana sovranità di non scegliere.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
Il vento, le campane incendiate. Un azzurro così dolce e feroce da svellere il costato. Ogni brandello del volto del creato, in cui l'impronta umana non abbia impresso a fondo il proprio calco, conserva l'allusione a un addio incessante, mai irrevocabile.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
Salire in montagna è rinnegare la coercizione ad ogni varietà, spingersi dove si stempera la dialettica tra le cose. A un certo punto non rimane che la roccia, ultimo segno, il più nobile, dell'anomalia dell'essere.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
Mens e Mons (mente e montagna) hanno, per San Bonaventura, una medesima matrice. Ed identico è il percorso ascensionale che bisogna compiere per giungere là dove l'apex trasfigura in abisso celeste, invisibile per sovrabbondanza luminosa. L'excessus mentis dei mistici è cecità rivelatrice. La visione comincia dove l'occhio si dissolve.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
Montagna è già cielo.<br />
<br />
<br />
<i>- Alla mia carissima nonna Orsola -</i><br />
<br />Arthur Rêvehttp://www.blogger.com/profile/04337813796191408368noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-4666992935828028458.post-42875169490372587072014-07-11T10:08:00.000+02:002015-09-15T23:55:48.009+02:00Aforismi e pensieri inceneriti LXXXIII<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigPEGamIwhU34Z41mqMQ6DHqQ-hRo32nZIMPItgigDekLP-tCVxukwGE3f8rDpIE2niUqX4BHZHJDrsICj9gJKFAhFOwnXWO76BscBPpuT0gE8LWEV9YDF07s9Dy-1L-MK59DjeEVbCs4N/s1600/nc.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="278" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigPEGamIwhU34Z41mqMQ6DHqQ-hRo32nZIMPItgigDekLP-tCVxukwGE3f8rDpIE2niUqX4BHZHJDrsICj9gJKFAhFOwnXWO76BscBPpuT0gE8LWEV9YDF07s9Dy-1L-MK59DjeEVbCs4N/s1600/nc.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
Il momento del risveglio è, talvolta, l'acme del candore. Ci si desta completamente svuotati e spogli da ogni certezza ed opinione. Sarebbe la condizione perfetta nella quale rimanere. Proseguire oltre una perfetta incoscienza, riabbracciare identità ed esistenza, è scendere a patti con le loro superstizioni.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.7969px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
In giapponese esiste un termine, zenbyo, che ha significato di malattia dello zen.
La patologia comincia a manifestarsi quando il soggetto diviene incapace di distaccarsi dall'esperienza dell'illuminazione
e non cessa di rivendicarla senza posa.
Non è difficile immaginare il fremito celestiale di chi magnifichi la propria investitura di fronte a un qualsivoglia uditorio,
la foga spirituale di questi ossessi della liberazione; impiccati al proprio distacco, a scalciare nel Vuoto.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.7969px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
Da più di trent'anni sono costretto alla mia presenza. E' qualcosa di inconcepibile a pensarci bene. Che la gente ne abbia abbastanza del vicino è un fatto assodato ma è
stupefacente che continui a <i>ospitarsi</i>. Cacciatevi.<br />
<br />
<strong style="background-color: white; color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.796875px; text-align: -webkit-center;">***</strong><br />
<br />
Se il più piccolo stelo d'erba potesse comunicare il suo fardello l'umanità impazzirebbe all'istante.<br />
<br />
<br />Arthur Rêvehttp://www.blogger.com/profile/04337813796191408368noreply@blogger.com11