In faccia al Creatore.
Al centro del nostro labirinto veglia il mostro che è in noi.
Quello squilibrio tellurico del cervello che chiamiamo idea.
Da lì il senso di armonia aberrante trasmesso da alcuni imbecilli, dal rantolo trionfale delle loro esistenze.
Dici metropoli ed è già necropoli.
Esiste una peste poetica propagata da una particolare specie di untori. I suoi bacilli esplodono in stupefacenti, rivelatori bubboni di malinconia.
Sognare un mondo senza guerre è possibile.
Lottiamo insieme per un ultimo conflitto definitivo.
Ovunque casi di immortalità apparente.
Il crepuscolo è la crepa tracciata fra luce e tenebra, tra fede e negazione. E' in quegli interstizi che lo scettico depone le sue uova. Alcune muoiono alla notte, altre lambiscono l'aurora.
Nessuna, tuttavia, dischiude il mezzogiorno.
Il senso di immortalità dilatato allo spasmo è una delle piaghe delle nostre necropoli, come hai scritto più sopra. Sognare un mondo senza metropoli è impossibile.
RispondiEliminaCiao
Michele
Caro Michele, citando un vecchio saggio "Siamo nella gola dell'eone". E i suoi enzimi digestivi non promettono nulla di buono.
RispondiEliminaSaluti
A.
In-felice citazione, chi è l'autore?
RispondiEliminaL'anima bella di Guido Ceronetti.
RispondiEliminaA.