Preferibile all'angoscia autentica dell'abitare una parodia di eternità.
***
La sua modestia gloriosa, il suo delirio di limitatezza. Desiderava
diventare uno dei più grandi sconosciuti di sempre. Era un asceta superbo.
***
Con la distruzione dell'ecosistema la devastazione operata dalla tecnica si ammanta di un significato ulteriore. L'albero e la pianta, immagini di per sé fragili ma cangianti, evocavano un'eternità mobile, fluida nel suo dispiegarsi sullo scenario del mondo. La sostituzione di queste immagini con idoli di cemento, plastica e acciaio, genera un nuovo modello di rappresentazione dell'eterno, saldo, inscalfibile, nella sua granitica fissità di morte.
***
Non so cosa mi stia succedendo.
Non riconosco più la mia salma.
Pensées inceneriti esce da oggi in edizione mignon.
RispondiEliminaNon riconoscersi più è la nostra benedizione, il riconoscimento arriva sempre a fatto compiuto, quando l'agire non è più estendibile.
RispondiEliminaIo invece non la trovo più, la mia salma. Me l'hanno trafugata.
EliminaPiù addietro denunciai, al proposito, la mia comparsa.
EliminaUn saluto ad entrambi.
complimenti per la pubblicazione!:-)
RispondiEliminaio ai santi eleggo un sepolcro intoccabile, sono così belli, mummificati...
l'interrogativo di cosa c'è oltre la morte, rimane ...
Troppa dispersione, come ho scritto nel post precedente ;-)
EliminaCosa non c'è potrebbe essere un aiuto...
I dubbi che ho già espresso sulla logica di pubblicare assieme questi brevi scritti rimane: commenterò solo le ultime due righe. Riconoscersi implica un esistere in modo diverso dopo il nostro termine organico? Se è così, a parte le implicazioni di fede e quelle sulla dimensione spirituale dell'aldilà, io credo che mi riconoscerei per quello che fui. Limitato.
RispondiEliminaSpiegami quale logica reputi più coerente. Intendi, un unico pensiero o una brevissima teoria di frammenti che affronti un solo argomento? Il riconoscimento è disconoscimento tardivo. Osservarsi come a un banchetto tra estranei, in vita.
RispondiEliminaL'uno o l'altro a mio parere sarebbero più proficui della logica che usi adesso. La breve teoria di frammenti che affrontano un unico argomento è molto più seria e difficile da proporre, presuppone un esercizio intellettuale personale che è già una pubblicazione intima di pensiero. Assommi ciò che ritieni parte di un unicum più vasto...questo significa fare filosofia ed è percorso arduo, spesso solitario. Più che un riconoscimento parlerei di una sorpresa seguita da consapevolezza, questa sì tardiva.
RispondiEliminaNon è nel mio interesse fare filosofia o dare qualsivoglia sistematicità al mio pensiero, pretese che lascio ad altri. Attraversando il blog si possono trovare più sentieri che si biforcano all'interno del piano cronologico; Dio, arte, ecologia, Storia, calembours e così via. Ci si può arrestare di fronte al bivio che più interessa o proseguire diritti. Una sistematicità a posteriori potrà essere data una volta terminate le mie giaculatorie incenerite, evitando così ogni approccio improntato alla serietà.
RispondiElimina