09/01/15
Aforismi e pensieri inceneriti XCI
- Frammento sull'attentato a Charlie Hebdo -
Il video dell'agente freddato, riproposto più volte, le telecamere a circoscrivere la sua fine in un segmento riproducibile all'infinito, sono l'ennesima riprova che, oggi, la Morte è inscindibile dall'Informazione. Il conflitto è assolutizzato e reso permanente dall'infinito replay di quel colpo di pistola e da ogni processo che immortali la violenza, non esaurendola nel dato. La guerra osservata è la nuova frontiera di un'eternità capovolta. Lo sbirro francese non cesserà mai di morire. Ogni fanatico, qualsivoglia sia il campo d'azione da cui muovono le sue gesta, avverte - forse senza saperlo in profondità - che il Culto supremo, l'offerta sacrificale, non è esibita sugli altari di un Dio, ma che l'immolazione arde, alimentata dall'iride di chi guarda. Potrebbe, un Dio, accettare un simile pervertimento? Forse solo un Dio costretto a nostra immagine e somiglianza. Un Dio per insicuri.
***
Mi sento realmente tranquillo solo nelle pause tra un attacco di esistenza e l'altro. In quegli sconfinati intervalli di noi stessi che chiamiamo vita.
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Bestie, piante, minerali, acconsentono alla propria sostanza e convergono ciascuna al proprio insieme, non alterandosi che a livello organico o nell'ambito delle emozioni primarie. L'uomo, creatura transitoria per eccellenza, miraggio forsennato, è soggetto a svariate alchimie che ne infirmano la stabilità e gli conferiscono quell'aura sbiadita di insoddisfazione inestinguibile, quel fondo di irrealtà parcellizzato nelle sue incalcolabili identità separate. A ben vedere ogni singolo uomo non è mai riconducibile all'idea di Uomo, chimera volubile. Costituzionalmente più debole, un profondo senso di inadeguatezza e separazione lo porta ad detestare quelli che ai suoi occhi paiono degli eletti ingiustificati; alberi, balene, montagne. Ed allora si vendica, imponendo con il suo suicidio invidioso, la scomparsa al resto del creato.
***
Ogni parola si fa reliquia istantanea dell'irrealtà rivelata. Non resta che perseguitare l'indicibile, braccarlo con il fiore del verbo.
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C'è un intervento di Žižek, oggi pubblicato su la Repubblica, che mi rimanda al tuo frammento (non riesco a reperirlo in rete).
RispondiEliminaIndago al proposito.
RispondiEliminail primo frammento è di una realtà sconcertante, la ripetizione di scene di violenza genera in chi guarda un meccanismo di ripetizione di quella violenza, la morte diventa la perpetuazione di quella violenza ...
RispondiEliminaè un meccanismo pericoloso perchè non ha vie d'uscita.
ciao, Arthur, leggerti è sempre stimolante e induce a grandi riflessioni
l'immagine che hai scelto mi piace, rimanda alle ondulazioni di una pietra, rimanda ai miti della terra e alle sue radici.
a presto
Ciao Carla, sono installato nel frammento ma ci sarebbero considerazioni ben più ad ampio raggio da esporre.
EliminaMerci per la visita ;-)
Come diceva Saul Bellow in Herzog: Non è che Dio è morto, questo punto è già stato sorpassato molto tempo fa. Forse bisognerebbe formularlo così: la Morte è Dio.
RispondiEliminaL' impero della tanatolatria.
EliminaGiusto.
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