04/06/12

Aforismi e pensieri inceneriti XIII





L'importante è non smettere mai di cercare.
Non precludiamoci l'ebrezza di una nuova scoperta infelice.

I quadri di Friedrich rivelano lo struggimento dell'uomo per la scomparsa della natura, fattasi ora paesaggio. Oggi i più, davanti a un bel paesaggio, sbadigliano come innanzi a un quadro di Friedrich.

Le strappai un sorriso che le dilaniò il volto.

Quelle giornate in cui si è costretti a uscire di casa, in preda al terrore di incontrare qualcuno.
Quando anche un flebile ciao potrebbe causarci un arresto cardiaco.

A fronte di un disastro nucleare globale gli unici superstiti sarebbero gli scarafaggi , naturalmente resistenti  alle radiazioni. Finalmente un delirium tremens della materia senza inutili testimoni.

Se fosse sufficiente non credere nell'uomo per avere fede in Dio
avrei già un trono nelle gerarchie celesti.

Ad L.A alcune opere pubblicitarie sono state confinate in un museo.
Gli artisti sono ancora a piede libero.

E' preferibile essere rosicchiati dall' intolleranza, sino ad esserne spolpati, che mostrare una rassegnazione appesantita, travestita da umanità.

Secondo una tradizione del buddhismo tibetano l'ultimo pensiero prima della morte determinerebbe la successiva rinascita.
Ed ora un messaggio promozionale.




6 commenti:

  1. Anonimo8:43 PM

    Solo un'epoca di crisi come l'attuale poteva partorire tanta difformità. Non indulgere in tentazione caro Arthur: lascia sempre il pubblico a se stesso.
    Un saluto, L.

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  2. Merci Carla, nei quadri di F. mi perdo(no).

    Dalla difformità alla deformità il passo è breve.
    Farsi John Merrick con le protesi degli altri evita di operare le escrescenze della propria anima inferma. Per fortuna posseggo una sufficiente destrezza per amputarMi.
    A presto Luca ;-)

    A.

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  3. sono belle letue foto, hanno un che di fragile e
    divampante insieme...
    a presto!

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  4. Le ho pescate in alcuni tombini internettiani; piccole fiammelle virate al bianco e nero.

    À bientôt Carla

    A.

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  5. E' affascinante seguitare a leggere i tuoi aforismi e vedere crescere la critica corrosiva all'attualità e l'ironia dell'uomo solo, forse mi ripeto, ma la sensazione è quella di un precipitare, di un mondo dove non c'è il barlume di una possibilità di salvezza. Mi piace molto il sovvertimento dei valori che riesci a creare. Sono curioso, però, e molto, di vedere (seguendo la tua scrittura)se c'è lo spazio, o ci sarà lo spazio, per una pars construens dopo la benefica pars destruens che risuona in me come una dolce melodia di naufragio. Finora, a quanto ho letto (ma la mia lettura è parziale, purtroppo, nel senso che ho letto i tuoi ultimi aforismi, ma potresti avere scritto anche altre cose differenti che ignoro), non c'è.
    Un caro saluto
    Daniele

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  6. Ciao Daniele, la tua analisi è corretta.
    Il blog inizia con dei brevi racconti, piccoli bozzetti che rispecchiano una scrittura meno affranta, priva financo di un messaggio. Nel corpus aforistico convivono formule più felici (seppur virate a una certa cupezza) e aforismi indubbiamente più deboli. Sparsi qua e là si contano una manciata infinitesimale di aforismi che spezzano l'onda del naufragio. La pars construens, i legni a cui aggrapparsi, devono essere il risultato di un anelito puro. Il mio, ad oggi, sarebbe il sorriso di un baro.
    A presto e grazie per la visita

    A.

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