26/09/13

Aforismi e pensieri inceneriti LVII





Questo coinvolgere Dio in affari di poco conto, esercizio nevrotico delle religioni semitiche, non l'ho mai capito. Bisognerebbe arrestarsi alla lode, in luogo di precipitare nella preghiera. È finanche possibile che abbia faccende più importanti, ulteriori creazioni o sconvolgimenti cosmici. In fin dei conti è fare torto, affibbiandogli siffatto servilismo, alla sua eminente natura. Ma i più preferiscono immaginarlo, compiaciuti di una sua parificazione a loro stessi, muovere in solerte soccorso, strisciando come un uomo.

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L'immaginazione abbraccia il mondo.
Al punto di soffocarlo.

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Nella mia cosmologia l'universo è sfinito.


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Sono malinconico.
Sento che la malinconia mi sta abbandonando.



19/09/13

Aforismi e pensieri inceneriti LVI




 
Reazionario ed utopista situano, con diverse coordinate temporali, l'età aurea di ogni fenomeno sociale. Il democratico, in preda all'ebrezza dell'oggettività, si accontenta del presente. Nel suo sangue scorre infatti il bacillo dell'odierno. L'Informazione è il suo Ancien Régime, la sua Città Ideale. Così malato, reifica il presente al punto che il suo culto incessante per l'attualità lo rende soltanto, tra i tre esempi, un differente tipo di fanatico, uno squilibrato mitigato.

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La mia faccia è decomposta.
Ha esaurito le sue finzioni vitali.

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Comincia la tua giornata con un sorriso.
Dopodiché torna subito a dormire.

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Da qualche parte, nel cosmo, devono esistere altre forme di morte.

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 Nessuno tocchi Abele.
In Dante l'inscalfibile necessità della vendetta si stempera in un bagliore di pietas che sconcerta, abituati come siamo al tepore morboso di una compassione che eluda ogni forma di rappresaglia annichilente. Ciò che ci spaventa è, infatti, la coesistenza di un estremo rigore e d'una pietosa comprensione, l'aureola di mostruosa innaturalità che circonfonde un simile fenomeno. E se mostruoso fosse il segno, dolorosamente inverso di una tolleranza terminale? Dell'indulgenza di un corpus sociale anestetizzato dal male che relega troppo presto, nel cerchio ctonio di un oblio feroce, d'ombre che dilaniano, i piccoli resti luminosi degli agnelli sacrificali?

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Il sonno della ragione genera mostre.
E reading, rassegne fotografiche, gallerie d'arte contemporanea, aperitivi artistici, inaugurazioni...

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Ho ancora un filo di speranza.
E lo userò per strangolarmi.





12/09/13

Aforismi e pensieri inceneriti LV







 

Temo il meglio.

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La pandemia rievocativa non dà requie. Sarebbe ora di istituire una Giornata dell'amnesia e farla finita con ogni ricordo. E' inutile nascondersi, dal passato l'uomo non ha imparato mai nulla. Un canto di lode al vuoto mentale, alla sterilizzazione della massa encefalica avrebbe, quantomeno, il sapore di un vero ritorno ad un sano ebetismo primordiale.

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Prima la vita di un insetto mi sarebbe stata meravigliosamente indifferente. Oggi, l'affannarsi d'una mosca in un'angusta domenica piovosa mi getta in uno stato di inconcepibile prostrazione. Comincio a rimpiangere il tempo della crudeltà infantile, disinvolta e non ostentata. Nostalgia delle mie siberie cardiache.

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Chi s'informa è perduto.

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Orrore di ogni saluto.
" Mi avranno smascherato? ", il mio primo pensiero.

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Alla fine della fiera comincia l'uomo.





05/09/13

Aforismi e pensieri inceneriti LIV




Il volto di Pessoa mi ha sempre affascinato. L'espressione estranea, apolide, come se il volto fosse capitato su di lui per caso. L'uomo degli eteronimi, l'uomo della folla, aveva una fisionomia (gli occhiali e il baffo, quasi caricaturale maschera da rapinatore) che potrebbe dirsi comune se non fosse così spaventosamente universale. La sua opera, il suo particolare genio, sembrano ricevere un sovrappiù di significato proprio in ragione del suo volto, del suo inscriversi nel mondo attraverso una sorta di anonimato dichiarato.

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Il ritorno alla necropoli, finita l'estate, è quanto di più traumatico.
E non c'è niente da riportare alla luce.

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Sogno di un futuro Noè che, messi in salvo gli ultimi animali superstiti, si uccida.

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Non sa. Non risponde.
E' la sezione dei sondaggi che prediligo. " Non ho opinioni al proposito ", una delle frasi che dovremmo pronunciare con fierezza ed orgoglio, in faccia a chi ci interpella. Nell'era dell'opinione pubblica, non averne alcuna provoca un senso di vertigine. L'ebrezza di non scegliere, il diritto allo stallo supremo.

       
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Nelle sue declinazioni estreme il Male (le maiuscole sono come stampelle) cessa di essere accessibile alla nostra comprensione. E, quasi partecipasse del mondo come un sordo e perpetuo fenomeno tellurico, ci costringiamo a vedere nelle scosse che esso vi arreca una necessità ineliminabile. Il malvagio, ci piace pensare, è qui un agente medianico di qualcosa che lo trascende. Ma ciò che affascina e terrorizza allo stesso tempo è la sensazione che ciascuno di noi potrebbe, di colpo, essere attraversato da questa vibrazione d'orrore.

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L' adulterio nei confronti di se stessi è a volte l' unico viatico per esserci fedeli.