21/01/15

Aforismi e pensieri inceneriti XCII


Il delirio ipercinetico con il quale la papamobile fendeva la moltitudine, qualche giorno fa, a Manila. Il Papa avanzava ad una velocità sconcertante, al punto che della fiumana di gente, scomparsi i segmenti distinti, non restava che un timballo di teste, busti e braccia protese, abbattute con celerità dalla scia di quell'aerolite ultraterrena. Sfrecciava il Papa, e sembrava alludere ad una divinità convulsa la cui solitudine aumenti con la velocità impressa all'apparizione.
Poiché la folla si accontentava di rubarne un istante, una diapositiva fragile e remota. Sfrecciava, il Papa, rapido e lucente come un Dio invisibile.

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Trovare la propria strada è il conforto di essere spacciati.

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L'ecumenismo transreligioso nasconde, sotto una crosta mite, finanche ingenua, il ribollire di una spinta livellatrice propria dell'orizzonte post-moderno. Il dialogo tra le fedi è sfruttato muovendo sull'erosione multilaterale dei fondamenti tradizionali di ciascuna confessione. Più esse si " modernizzano " più entrano in un processo di agonia che riproduce la laconica mondializzazione operata dal laicismo. Ed è qui che si rivela la resistenza, chissà quanto consapevole, della componente più bellicosa: l'Islam. La religione più giovane (depositaria quindi dell'ultima manifestazione divina, summa perfetta che avvilisce le precedenti) è quella che oppone il diniego più accentuato e che si configura come anacronismo assoluto, edificando sull'ideale teocratico il fondamento rivoluzionario. Il paradosso apparente è che ciò avviene con l'utilizzo dei medesimi strumenti del nemico e seguendo la stessa logica universalistica. Sharia planetaria come reazione all'ordine mondiale della Téchne, sfruttando, senza alcun ritegno, le possibilità offerte da quest'ultima. Ripristino di un'unità, nel nome non di una presunta uguaglianza regolamentata dall'espressione democratica, ma di una gerarchia strutturata da una religione rivelata. Restaurazione parodistica dell'Uno, frutto ambivalente della stessa ossessione unitaria.

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Mattinata all'ospedale con il disabile. Durante l'elettroencefalogramma rideva, scettico al riguardo di un diagramma che, pretenzioso, aspirasse a spiegare il segreto della sua perfezione.


09/01/15

Aforismi e pensieri inceneriti XCI


- Frammento sull'attentato a Charlie Hebdo -
Il video dell'agente freddato, riproposto più volte, le telecamere a circoscrivere la sua fine in un segmento riproducibile all'infinito, sono l'ennesima riprova che, oggi, la Morte è inscindibile dall'Informazione. Il conflitto è assolutizzato e reso permanente dall'infinito replay di quel colpo di pistola e da ogni processo che immortali la violenza, non esaurendola nel dato. La guerra osservata è la nuova frontiera di un'eternità capovolta. Lo sbirro francese non cesserà mai di morire. Ogni fanatico, qualsivoglia sia il campo d'azione da cui muovono le sue gesta, avverte - forse senza saperlo in profondità - che il Culto supremo, l'offerta sacrificale, non è esibita sugli altari di un Dio, ma che l'immolazione arde, alimentata dall'iride di chi guarda. Potrebbe, un Dio, accettare un simile pervertimento? Forse solo un Dio costretto a nostra immagine e somiglianza. Un Dio per insicuri.

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Mi sento realmente tranquillo solo nelle pause tra un attacco di esistenza e l'altro. In quegli sconfinati intervalli di noi stessi che chiamiamo vita.

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Bestie, piante, minerali, acconsentono alla propria sostanza e convergono ciascuna al proprio insieme, non alterandosi che a livello organico o nell'ambito delle emozioni primarie. L'uomo, creatura transitoria per eccellenza, miraggio forsennato, è soggetto a svariate alchimie che ne infirmano la stabilità e gli conferiscono quell'aura sbiadita di insoddisfazione inestinguibile, quel fondo di irrealtà parcellizzato nelle sue incalcolabili identità separate. A ben vedere ogni singolo uomo non è mai riconducibile all'idea di Uomo, chimera volubile. Costituzionalmente più debole, un profondo senso di inadeguatezza e separazione lo porta ad detestare quelli che ai suoi occhi paiono degli eletti ingiustificati; alberi, balene, montagne. Ed allora si vendica, imponendo con il suo suicidio invidioso, la scomparsa al resto del creato.

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Ogni parola si fa reliquia istantanea dell'irrealtà rivelata. Non resta che perseguitare l'indicibile, braccarlo con il fiore del verbo.