17/10/14

Aforismi e pensieri inceneriti LXXXVII



Nelle sue declinazioni estreme il Male (le maiuscole sono come stampelle) cessa di essere accessibile alla nostra comprensione. Ciò che accade in Messico, da vent'anni, trascende ogni tentativo di riconsegnare un significato al sacrificio delle vittime, inverandone il martirio. La linea di confine tra Messico e Stati Uniti appare come una direttrice, uno spazio privilegiato dell'orrore dove il segmento si apre come una faglia, un buco nero che inghiotte e assorbe i gangli luminosi di chi è immolato. Il tòpos rivendica due campi di forze antitetiche; lo stato messicano, emblema d'una barbarie edificata sull'arretratezza tecnologica e quindi umanitaria, sulla corruzione, sulle radici di un animismo feroce, non estirpato dal cristianesimo, e gli Stati Uniti, apologeti di un benessere che è manifestazione reale dell'integrità e verità metafisica della loro Missione. Tuttavia la matrice di quell'orrore mi pare figlia di un unico Male, erma bifronte di un massacro solidale, il cui ritualismo evade da ogni tentativo di costringerla unicamente nell'ambito di una mattanza politica ed economica e ad epifenomeno di un capitalismo selvaggio. Nessuna teodicea sarebbe in grado di penetrarne il mistero. Anzi, si ha la sensazione che una piena comprensione annichilirebbe all'istante.

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Il conservatore si pone all'avanguardia dell'utopia. Cosa c'è di più irrealizzabile di un futuro costruito sulla nostalgia?

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 " Storia del pensiero umano ".
Titolo di un libro scorto in libreria. Impressione tragicomica e al contempo commovente, quasi che la materia del libro in questione, condensata in quel titolo laconicamente pomposo, non esprimesse che uno degli innumerevoli accidenti della Creazione bensì di un ventaglio infinito di creazioni e chissà, forse una delle più effimere. Quella dell'uomo e del suo pensiero.

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Il 31 dicembre 1902 è una data capitale nella storia dell'umanità. E' il giorno in cui fallisce la spedizione di Ernst Henry Shackleton, partita con l'obiettivo di conquistare il Polo Sud. Di lì a poco, nel 1912, Amundsen raggiungerà la meta e sancirà la definitiva conquista dell'unico territorio rimasto inaccessibile all'uomo, l'Antartide. La disfatta di Shackleton si configura come punto terminale e canto del cigno del pianeta. Essa è, al contempo, affermazione ultima dell'arcano naturale, grido trascendentale di resistenza all'uomo, nel suo opporsi allo svelamento del creato, al disseccamento conoscitivo che ne prosciuga i giacimenti immateriali, prima ancora della linfa che li sostanzia. Il mysterium naturalis è giuntura celeste. Una volta espugnato la frattura non può che ampliarsi. Shackleton morirà da eletto senza esser riuscito a realizzare il suo " folle volo ", carico di onorificenze, preservato dal successo più grande. Consacrato, nel suo fallimento, dalla natura.