27/01/14

Aforismi e pensieri inceneriti LXX






Il ricordo dell'Eden non è svanito. La felicità organica che trasuda da alcuni ritardati mentali ne è la prova.
Il Paradiso? Un Centro Diurno perenne.

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La morte di Hiroo Onoda, " l'ultimo giapponese ", sancisce il progressivo spegnimento del mitologema eroico. Non c'è da meravigliarsi che un Occidente piagato dal disincanto abbia guardato, e guardi ora ad Onoda nel momento del trapasso, come al residuo terminale di un fanatismo e di una devozione arcaici, finanche con ironica superbia. La sua fedeltà, all'opposto, partecipa di un'adesione alla norma, nello specifico quella del culto solare imperiale, che è testimonianza di una libertà superiore, incomprensibile per chi sopravvive tra le rovine di una Legge capovolta. Una vita che s'invera mediante il sacrificio, richiamandosi a un criterio assoluto, riluce nel buio cimitero della Storia.

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Tra i piaceri della conversazione il più intenso è indubbiamente l'arrivederci.
Il solo pensiero che possa essere l'ultimo riempie l'animo di un sollievo commosso.

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Al bodhisattva Avalokitesvara la realizzazione di un completo stato di Buddha sarà preclusa sino a quando l'ultimo filo d'erba sarà redento. Vista una probabile assenza di quest'ultimo, ripiegherà su un pannello di eternit.

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In un recente articolo, si evidenzia come il bus nel quale Chris McCandless trascorse i suoi ultimi giorni in Alaska sia divenuto meta di pellegrinaggio. McCandless morì nel vano, patetico e commovente tentativo di replicare l'archetipo dell'eroe americano in lotta con lo spazio sconfinato. Fuori tempo massimo, come già lo era la beat generation, lontana dal vitalismo onnivoro di un Jack London, pioniere samsarico per necessità ineluttabile. Il culto devozionale per McCandless ha un sapore tragicamente ironico. In un mondo despazializzato, la cui vastità annichilita è scenografia dell'umana miseria da almeno un secolo, ciò che viene venerato è ormai il simulacro dell'eroe primitivo, il suo ed il nostro fallimento.



16/01/14

Aforismi e pensieri inceneriti LXIX



Apriti cielo.
Fammi uscire.

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I primi cristiani rigettarono troppo presto la dottrina monofisita, sobria e conforme a un gusto universalmente diffuso. Era più che sufficiente " confinare " il sacro agli elementi o ad altri nobili vettori.
Per conto mio non perdonerò mai a Dio di essersi degradato a tal punto.

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Le fauci spalancate dell'orizzonte americano sembrano fatte su misura per inghiottire i sogni e con loro il residuo crudele che vi rimane appiccicato. L'unica America tollerabile e reale, artisticamente, è quella degli spazi che deglutiscono tutto, quella di Lynch e Bolaño, quella che un tempo fu di Melville, anche se proiettata in un siderale oceano metafisico. E adesso che il creato si è fatto quasi interamente America possiamo dirlo; un altro po' di Male è entrato in questo mondo.


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Restituiteci il futuro.
Ridateci i nostri incubi.


06/01/14

Aforismi e pensieri inceneriti LXVIII




Il suono dell'organo satura lo spazio che separa l'ascoltatore dallo strumento, avvolgendolo in un bozzolo soprannaturale. L'udito partecipa della musica mentre alla vista è occultata la figura dell'organista, sorta di medium, di officiante etereo, arroccato sul dispositivo celeste, intento a decifrare gli oracoli sbuffanti delle colonne d'aria che attraversano le canne. Questa cecità momentanea amplifica l'adesione dell'ascoltatore, dell'orecchio ed anche del corpo, stimolati dall'organo. Verrebbe quasi da dire che esso ci suona.

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Avevo tutte le carte in regola per fallire.
E ce l'ho fatta!

         
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Deve essersi verificato uno scambio di persona.
Qualcuno è nato al posto mio.

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In Es 3,14 la tradizione ebraica traduce le parole divine, rivolte a Mosè dal roveto ardente, come " Io sono colui che sarà ", in luogo del più diffuso " Io sono colui che è ". Su uno slittamento come questo si fonda la tragedia ebraica. Un Dio diveniente, differito, lontano dall'immutabilità classica, a immagine e somiglianza di un popolo di nevrastenici. Un Dio irrequieto sul quale modellare le proprie angosce e la propria ansia di innovarsi, di erigere sempre nuovi sistemi, per poi abbatterli. Un insoddisfatto immerso in un'eterna, quella sì immutabile, adolescenza.