25/09/15

Aforismi e pensieri inceneriti CI




ZENSUCHT.
Lo zen rifugge la ricerca dell'immortalità come tensione rovinosa, tesa ad occultare l'incessante dispiegarsi dell'essere. Ciò che dispone al satori è un' apologia dell'attuale, una vibrante nostalgia del presente.

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Il termine plancton, ha significato di vagabondo. Se si pensa ad una rappresentazione suprema dell'abbandono, ad una celebrazione frugale dell'incoscienza preformale, nulla meglio di questo esercito di microrganismi viene in aiuto a chi vi rifletta. La libertà indifferente che segna il suo deporsi tra i denti di un cetaceo, fa da contraltare al terrore con il quale il feto ormai plasmato, superato lo status beato di plancton placentare, si getta tra le zanne dell'essere. Ennesimo esempio che vede lo stadio più incompiuto della vita come quello più riuscito, trionfo disinvolto dell'essenzialità.

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Per gli gnostici il demiurgo produsse il cielo senza conoscere il Cielo, l'uomo senza conoscere l'Uomo e la terra senza conoscere la Terra. In luogo dell'ente un demente primordiale. In ogni gesto, atto e pensiero, privi di attenzione e cura, brillano gli spasmi della Creazione.

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Sia nelle rappresentazioni occidentali che in quelle dell'estremo oriente, l'anacoreta e l'illuminato vengono sottoposti ad una gravosa serie di prove, sotto forma di tentazioni e lusinghe. La congerie allucinatoria e delirante si rapprende attorno a quello che è il centro terso ed irremovibile del mondo, segno attrattivo deputato a rivelarne l'illusorietà. Come un magnete, il santo o risvegliato, richiama a sé l'abbaglio fenomenico ignorato dal consesso umano. La condizione che palesa questo assorbimento è il naturale ritirarsi del puro, la beata solitudo che schiude la sutura tra i mondi. L'isolamento è la madre di tutti i deliri che salvano dalla suprema allucinazione del mondo.