21/11/13

Aforismi e pensieri inceneriti LXIV




Schicksalslied o Canto del Destino di Brahms. Adesso ce l'abbiamo un destino? Facile sarebbe affermarlo, esibendo le prove della tragedia in atto. E invece no, siamo orbi di destino. Esso comincia nell'espressione, si formula, si rivela nel bene e nel male, rappresentandosi e forgiandosi attraverso una cultura. Che destino può mai avere un popolo, o un insieme di popoli che non è più capace di esprimersi attraverso una musica simile? Semplicemente ha già cessato di esistere.

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Montagna è respiro primevo, è riconsegnarsi alla propria origine celeste, là dove la vetta s'inverba in una luce assordante.

       
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Ho ancora i brividi, ho visto la vita in faccia.


14/11/13

Aforismi e pensieri inceneriti LXIII




Dio deve albeggiare su un oceano di deprivazione sensoriale. L'armonia delle sfere è infatti inudibile dall'orecchio umano, così come le relazioni strutturali e matematiche che la informano. A tal proposito un celebre dipinto di Bosch ne costituisce l'estrema inversione, la depravazione. Il suono, capostipite degli altri sensi, partecipa con essi alla tortura delle anime dissonanti mentre l'uovo frantumato sembra alludere alla lesione definitiva di una quiete cosmica. L'inferno del fiammingo è infatti musicale. Un inferno silenzioso sarebbe risultato ridicolo.

     
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Esistono assenze oltremodo ingombranti. Jacob Böhme, per sottolineare l'unicità del perpetuo atto creatore di Dio parla di "avvento che non cessa".
Di deludere.

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Più osservo gli alberi più guardo ad essi come creature a noi superiori. Il protendersi fermo e aggraziato verso la luce, privo di sforzo, pura oscillazione dell'essere che riposa nel suo riflusso organico. Esiste una miriade di alberi che testimoniano di un'elezione e d'una sacralità dalle quali l'uomo prova ad attingere un po' di ambra sapienziale. L'albero di Thor degli antichi germani, l'albero della bodhi del Buddha Sakyamuni e molti altri. Ma, a ben vedere, ognuno inscrive il proprio motivo al vertice della liturgia naturale, somma vetta che ci è dato scorgere dai nostri poveri avvallamenti.

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Non esiste creatura che non porti impresso su di sé il marchio divino.
Nel mattatoio cosmico c'è posto per tutti.

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Salò di Pasolini contiene uno dei finali più belli della storia del cinema.
Cessa il motivo dei Carmina Burana, scompare il suono del rituale di sangue e si instaura una melodia semplice e trasognata. Il seme purificatore, che è affermazione ingenua e meravigliosamente vitale sopra l'orrore, germoglia nella domanda: " Come si chiama la tua ragazza? ".

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Nel terzo canto del Paradiso, riferendosi a Santa Chiara, Piccarda Donati proferisce le seguenti parole: " Perfetta vita e alto merto inciela donna più in su ". Inciela, incielarsi. " Nihil est in intellectu quod pria non fuerit in sensu " diceva Tommaso, e il magistero dantesco vi aderisce in guisa poetica. Tutti i sensi partecipano di quest'estasi linguistica che irraggia l'intelletto, ciascuno ritrova la propria porzione di cielo. Dante, Simone Weil, Pavel Florenskij. Esistono figure capaci di rianimare per un istante i miei miseri residui di cristianesimo.




07/11/13

Aforismi e pensieri inceneriti LXII





L'ape è insetto d'ascendenza soprannaturale. " Noi raccogliamo incessantemente il miele del visibile per accumularlo nel grande alveare d'oro dell'Invisibile " scrive Rilke. Per Dante, le anime dei beati vengono paragonate a una schiera d'api che s'infiora nella candida rosa paradisiaca. L'ape era simbolo del faraone e uno dei suoi massimi attributi regali. Celebre, infine, la sentenza einsteiniana che destina all'uomo non più di quattro anni di vita nel caso di una loro scomparsa. I pesticidi e le onde elettromagnetiche dei cellulari stanno contribuendo alla decimazione di queste prodigiose bestioline. Da tempo abbiamo smesso di raccogliere la più piccola stilla di nettare aureo. Il visibile l'abbiamo calcificato con i nostri lugubri alveari di demenza, ostruito tramite celle di nevrosi, incapaci di fecondare il sentiero che conduce là dove ogni cosa giace immutata.

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Nel Vangelo secondo Giovanni, l'evangelista enuncia la parabola del chicco di frumento che, solo morendo, sarà in grado di apportare un buon frutto. Apologia tra le più acute della virtù sacrificale.
Verrebbe voglia di estenderla all'umanità intera.

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Da quando ho iniziato ad arrampicare, abolito i superalcolici e ridotto al lumicino le sigarette i miei capelli non fanno che incanutire. Più della paura esteriore può il terrore di separarsi dall'ospite indesiderato che eravamo diventati.

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Per Origene nemmeno gli astri sarebbero del tutto puri. Un sospetto di corruzione così parossistico, da estendersi ad ogni intima piega della materia, non può che lasciare piacevolmente esterrefatti. L'apocatastasi cosmica passa attraverso la redenzione del più piccolo tra gli atomi.

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Nel poema sufi " Il Verbo degli uccelli " tutti i volatili del mondo si riuniscono e, guidati dal più saggio, l'upupa, partono alla ricerca del leggendario Simurgh, allegoria del divino. Il viaggio presuppone l'attraversamento di sette valli e l'ultima valle di questa mistica ricognizione è la valle dell'annientamento. Una volta giunti, gli ultimi trenta esemplari vedono uno specchio con la loro immagine riflessa e si dissolvono in esso. Annichilimento fecondo. Dio irrompe nel riconoscimento della coincidenza di meta ed origine.

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L'importante è non smettere mai di cercare.
Non precludiamoci l'ebrezza di una nuova scoperta infelice.

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Un sorriso che transita troppo a lungo sul volto è spesso un' inquietudine che ha smesso di viaggiare in incognito.

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Il futuro non ci spaventa.
Getteremo le basi per delle rovine migliori.