07/11/13

Aforismi e pensieri inceneriti LXII





L'ape è insetto d'ascendenza soprannaturale. " Noi raccogliamo incessantemente il miele del visibile per accumularlo nel grande alveare d'oro dell'Invisibile " scrive Rilke. Per Dante, le anime dei beati vengono paragonate a una schiera d'api che s'infiora nella candida rosa paradisiaca. L'ape era simbolo del faraone e uno dei suoi massimi attributi regali. Celebre, infine, la sentenza einsteiniana che destina all'uomo non più di quattro anni di vita nel caso di una loro scomparsa. I pesticidi e le onde elettromagnetiche dei cellulari stanno contribuendo alla decimazione di queste prodigiose bestioline. Da tempo abbiamo smesso di raccogliere la più piccola stilla di nettare aureo. Il visibile l'abbiamo calcificato con i nostri lugubri alveari di demenza, ostruito tramite celle di nevrosi, incapaci di fecondare il sentiero che conduce là dove ogni cosa giace immutata.

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Nel Vangelo secondo Giovanni, l'evangelista enuncia la parabola del chicco di frumento che, solo morendo, sarà in grado di apportare un buon frutto. Apologia tra le più acute della virtù sacrificale.
Verrebbe voglia di estenderla all'umanità intera.

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Da quando ho iniziato ad arrampicare, abolito i superalcolici e ridotto al lumicino le sigarette i miei capelli non fanno che incanutire. Più della paura esteriore può il terrore di separarsi dall'ospite indesiderato che eravamo diventati.

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Per Origene nemmeno gli astri sarebbero del tutto puri. Un sospetto di corruzione così parossistico, da estendersi ad ogni intima piega della materia, non può che lasciare piacevolmente esterrefatti. L'apocatastasi cosmica passa attraverso la redenzione del più piccolo tra gli atomi.

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Nel poema sufi " Il Verbo degli uccelli " tutti i volatili del mondo si riuniscono e, guidati dal più saggio, l'upupa, partono alla ricerca del leggendario Simurgh, allegoria del divino. Il viaggio presuppone l'attraversamento di sette valli e l'ultima valle di questa mistica ricognizione è la valle dell'annientamento. Una volta giunti, gli ultimi trenta esemplari vedono uno specchio con la loro immagine riflessa e si dissolvono in esso. Annichilimento fecondo. Dio irrompe nel riconoscimento della coincidenza di meta ed origine.

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L'importante è non smettere mai di cercare.
Non precludiamoci l'ebrezza di una nuova scoperta infelice.

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Un sorriso che transita troppo a lungo sul volto è spesso un' inquietudine che ha smesso di viaggiare in incognito.

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Il futuro non ci spaventa.
Getteremo le basi per delle rovine migliori.



6 commenti:

  1. Qua e là, qualche pietra preziosa, sotto macerie brillanti.
    Ciao

    Michele

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  2. quando ti ho letto da me ti giuro che non avevo ancora letto il riferimento a Dante!:-)
    bellissimo sapere che le radici conservano tutta la loro forza nel bulbo capillare...mi si presenta l'immagine di Sansone che attinge da li la sua forza :-)
    mi sembrano meno pessimistici questi tuoi, perlomeno lasciano intravedere un barlume di speranza
    (i pesticidi contro quella nulla possono;-)

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    1. Bagliore accecante, da attacco epilettico ;-)

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  3. a proposito dell'ultima e non solo «All of old. Nothing else ever. Ever tried. Ever failed. No matter. Try again. Fail again. Fail better.» S. Beckett, Worstward Ho, 1983.

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    1. Infinita-mente Beckett. Calembour con westward ho!, avanti tutta, verso ovest, verso il peggio.

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