14/11/13

Aforismi e pensieri inceneriti LXIII




Dio deve albeggiare su un oceano di deprivazione sensoriale. L'armonia delle sfere è infatti inudibile dall'orecchio umano, così come le relazioni strutturali e matematiche che la informano. A tal proposito un celebre dipinto di Bosch ne costituisce l'estrema inversione, la depravazione. Il suono, capostipite degli altri sensi, partecipa con essi alla tortura delle anime dissonanti mentre l'uovo frantumato sembra alludere alla lesione definitiva di una quiete cosmica. L'inferno del fiammingo è infatti musicale. Un inferno silenzioso sarebbe risultato ridicolo.

     
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Esistono assenze oltremodo ingombranti. Jacob Böhme, per sottolineare l'unicità del perpetuo atto creatore di Dio parla di "avvento che non cessa".
Di deludere.

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Più osservo gli alberi più guardo ad essi come creature a noi superiori. Il protendersi fermo e aggraziato verso la luce, privo di sforzo, pura oscillazione dell'essere che riposa nel suo riflusso organico. Esiste una miriade di alberi che testimoniano di un'elezione e d'una sacralità dalle quali l'uomo prova ad attingere un po' di ambra sapienziale. L'albero di Thor degli antichi germani, l'albero della bodhi del Buddha Sakyamuni e molti altri. Ma, a ben vedere, ognuno inscrive il proprio motivo al vertice della liturgia naturale, somma vetta che ci è dato scorgere dai nostri poveri avvallamenti.

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Non esiste creatura che non porti impresso su di sé il marchio divino.
Nel mattatoio cosmico c'è posto per tutti.

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Salò di Pasolini contiene uno dei finali più belli della storia del cinema.
Cessa il motivo dei Carmina Burana, scompare il suono del rituale di sangue e si instaura una melodia semplice e trasognata. Il seme purificatore, che è affermazione ingenua e meravigliosamente vitale sopra l'orrore, germoglia nella domanda: " Come si chiama la tua ragazza? ".

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Nel terzo canto del Paradiso, riferendosi a Santa Chiara, Piccarda Donati proferisce le seguenti parole: " Perfetta vita e alto merto inciela donna più in su ". Inciela, incielarsi. " Nihil est in intellectu quod pria non fuerit in sensu " diceva Tommaso, e il magistero dantesco vi aderisce in guisa poetica. Tutti i sensi partecipano di quest'estasi linguistica che irraggia l'intelletto, ciascuno ritrova la propria porzione di cielo. Dante, Simone Weil, Pavel Florenskij. Esistono figure capaci di rianimare per un istante i miei miseri residui di cristianesimo.




7 commenti:

  1. A proposito di deprivazioni sensoriali, c'è da chiedersi in che cosa consista il mondo soggettivo (die Umwelt) di Dio. Von Uexkull - tra zecche e celenterati - non ha fatto in tempo a descrivercelo.

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  2. E' costituito da quella sorta di infusori fluorescenti che attraversano la retina a palpebre ferme. Nell'occhio di Dio siamo allucinazioni. E viceversa.

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  3. Vien voglia di incielarsi, se non fosse per l'avvento mancato...
    Ciao

    Michele

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  4. Non esiste creatura che non porti impresso su di sé il marchio divino.

    (Spinoza anche qui;-)

    complimenti,, queste tue sono dense di concetti che andrebbero discussi e sviscerati. il misticismo non manca mai.

    ciao Simone

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    1. Ciao Carla, Spinoza e il misticismo, due estremi che non contemplano la coincidentia oppositorum, forse ;-)

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  5. hai perfettamente ragione, la bipolarità è per me un forte polo di attrazione
    ...la tensione tra gli opposti crea il canale per comprenderli.

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